mercoledì 24 febbraio 2010
Richiesta FOIA: Barry Jennings & Michael Hess
martedì 16 febbraio 2010
Barry Jennings vs NIST
Gli autori dei rapporti del NIST, J. Randall Lawson, Richard G Gann e Jason D. Averill, responsabili dei capitoli sull’evacuazione e sulla risposta all’emergenza al WTC7, nel ricostruire cronologicamente una successione di eventi che riguardarono quest’edificio, collocano Barry Jennings e Michael Hess al 23° piano, intorno all’orario del crollo della torre sud(9:59)[1].
In mancanza di prove o testimonianze contrarie, ciò poteva essere accettato senza contestazioni di sorta.
Senza riscontro incrociato, per forza di cose ci si deve affidare all'interpretazione contenuta nella versione fornita…
Differentemente, in forza dell’esistenza di una voce contraria, diventa obbligatorio esaminare la vicenda, e indagarla a fondo, per stabilire quale versione tra quella degli autori, attraverso la loro interpretazione delle testimonianze, o quella della testimonianza stessa, nei suoi contenuti, s’innesti solidamente nelle circostanze accorse così come pervenute al NIST e, in parte, al pubblico attraverso la documentazione resa accessibile.
Nei rapporti, nelle esposizioni delle occasioni in cui i vari soccorritori si introdussero all’interno del WTC7, vi è riportato solitamente un breve resoconto descrivente le modalità d’accesso all’edificio: pretesto, dinamica o descrizione sommaria dell’ambiente circostante trovato da questi.
Due versioni differenti: NIST Vs. Barry Jennings
Nel NCSTAR 1-8 prima e, successivamente nel NCSTAR 1-9 Vol. 1, si legge:
“Two New York City Employees had gone to the OEM center on the 23rd floor and found no one there. As they went to get into an elevator to go downstairs, the lights inside WTC7 flickered as WTC 2 collapsed.”(pag. 342 del pdf NCSTAR 1-9 Vol. 1)
Trad: Due impiegati della città di New York andarono al Centro d’emergenza al 23° piano, e non trovarono nessuno. Come andarono a prendere gli ascensori per andare giù, le luci all’interno di WTC7 tremolarono come WTC2 crollò.
Dall’abbandono dell’OEM di Jennings ed Hess in concomitanza al crollo della torre sud, si ottiene quel riferimento, l’orario delle 9:59, corrispondente al dato contrapposto alle dichiarazioni di Jennings.
E’ noto che Barry Jennings ha dichiarato di essersi trovato all’OEM, al 23° piano del WTC7, negli istanti in cui UA-175 colpiva la torre sud[2]:
“I received a call shortly after the first plane hit, which everyone thought was a cessna. That's what I was told. A small cessna lost it's way and hit the... I got there..uh..I had to be inside on the 23rd floor when the 2nd plane hit. I was inside when the 2nd plane hit. I was already in the WTC7."
Trad: Ricevetti una telefonata subito dopo che il primo aereo impattò, che tutti pensavano fosse un Cessna. Quello è ciò che mi venne detto. Un piccolo Cessna ha perduto la sua rotta e ha colpito… Arrivai lì… Dovevo essere al piano 23° quando il 2° aereo impattò. Ero dentro quando il secondo aereo impattò. Ero già nel WTC7.
Il dettaglio dell’impatto di UA-175 contro la torre sud nel momento in cui si trovava al 23° piano, fornisce invece il riferimento contrario alle dichiarazioni del NIST: l’orario delle 9:03.
Il contrasto è lampante: il NIST sposta in avanti l’orario di quasi un’ora, incompatibilmente rispetto a quanto riferito da Jennings…
Flash-back: la presunta legittimità delle varie obiezioni alle dichiarazioni di Barry Jennings
La contestazione della testimonianza di Jennings da parte del NIST e l’accessoria reiterazione attuata dai “debunker”, con l’aggiunta del discredito operato nei suoi confronti, si basavano finora sul nulla nel primo caso, e su supposizioni infondate, nel secondo. L’assunto fornito dai c.d. “debunker” era argomentato per mezzo di un non meglio precisato fraintendimento personale di Jennings in merito alla propria cronologia di eventi esposta nell’intervista rilasciata ad Avery del sito Loose Change[2].
Ciò avrebbe quindi permesso ai “debunker” di concludere che Jennings si fosse sbagliato e che il suo racconto doveva essere traslato in avanti, rispetto all’orario di arrivo all’OEM! Non ultimo, questa “spiegazione”, avrebbe avuto lo scopo, a latere, di garantire, ancora una volta, l’assoluta irreprensibilità dei rapporti del NIST…!
Chiaro che, in caso contrario, ci si troverebbe nella necessità di dover investigare quei più interessanti dettagli relativi alle esplosioni avvertite all’interno del WTC7, PRIMA del crollo della torre sud, testimoniate da Jennings ed Hess, una volta raggiunto il 6° piano…
Mentre i “debunker” formulavano congetture pretestuose, la questione, ben più seria, sulla presunta collocazione di Jennings al 23° piano offerta da parte del NIST, rimaneva inviolata.
E il NIST, evidentemente, deve essersi premeditatamente guardato bene dal descrivere qualsiasi altro dettaglio relativo alle circostanze dell'arrivo di Jennings all’OEM in tale orario...
La testimonianza di Jennings è stata rilasciata al pubblico nella primavera del 2008. Ossia a cavallo tra il NCSTAR 1-8, del settembre 2005 e il rapporto sul WTC7, del luglio 2008, nella versione sottoposta ai commenti da parte del pubblico. Entrambi i rapporti collocano Jennings all’OEM, al 23° piano di WTC7, intorno all’orario del crollo della torre sud(9:59).
Qualsiasi richiesta FOIA vertente l’ottenimento delle testimonianze di Jennings ed Hess è stata vana. Il NIST ha rifiutato il rilascio di tali documenti. Un appello è in corso dal 25 novembre 2008, il Department of Commerce ancora non si è espresso se non riscontrando, il 3 dicembre 2008, di aver preso in carico l’appello.
Una più approfondita lettura dei rapporti e di alcune testimonianze rintracciate tra le Oral Histories e altri documenti, conferma l’impossibilità che la collocazione temporale di Jennings ed Hess, offerta dal NIST, abbia mai avuto luogo.
Due ipotesi
Per valutare quale delle due dichiarazioni si conformi maggiormente alla realtà si è reso necessario esaminare i due orari contrastanti tra loro, in funzione delle rispettive circostanze in cui ebbero luogo i suddetti eventi. Per farlo, sarebbe occorso anche un ulteriore dato, corrispondente al tempo di permanenza trascorso da Jennings ed Hess all’OEM. Essendo sconosciuto, si è dovuto trattare l’incognita come variabile.
La descrizione delle tappe che portarono i due uomini al 23° piano di WTC7 ad abbandonare l'OEM, servirà ad associare il livello di sicurezza che incontrarono all’ingresso dell’edificio, in particolar modo nella lobby di WTC7, con ognuno dei due orari.
Le rispettive dichiarazioni, fornite da NIST e Jennings, verranno messe in relazione a queste circostanze unicamente e soltanto ad esse riconducibili.
Dal resoconto di Jennings relativo al periodo riguardante la sua permanenza al 23° piano risulta che:
a)Sia uscito dall’ascensore una volta arrivato al 23° piano
b)Acceda all’OEM trovandolo vuoto
c)Tenti “parecchie” volte di telefonare a qualcuno per chiedere spiegazioni sul da farsi, finché non trova un collega che lo informa di andarsene rapidamente da lì
d)Si sposti per abbandonare l’OEM
Un tempo necessario comprendente l’arrivo in ascensore con Michael Hess, l’accertamento di un OEM deserto, il tentativo di fare diverse telefonate trovando un collega che gli dicesse di andarsene da lì rapidamente, ragionevolmente, non potrebbe richiedere un’enormità di tempo.
Tenendo conto che l’esecuzione delle azioni sopra elencate possa richiedere approssimativamente un dispendio di tempo compreso tra i 3 e i 6 minuti di tempo, si considerano le formulazioni delle seguenti due ipotesi come secondo punto di riferimento da collegarsi alle circostanze descritte successivamente:
1°a - se Jennings si fosse trovato all’OEM alle 9:59(NIST) potrebbe averlo raggiunto intorno alle 9:55;
2°a - se Jennings si fosse trovato all’OEM alle 9:03(Jennings) potrebbe averlo raggiunto intorno alle 8:59;
Con un orario di riferimento per ognuna delle dichiarazioni e un’informazione più che sufficiente dell’intero periodo, intercorrente tra l’impatto delle 8:46 e il crollo della prima torre alle 9:59, il tempo di permanenza di Jennings ed Hess all’OEM è risultato essere un problema del tutto secondario.
Nel caso della prima ipotesi si potrà aumentare a piacere il tempo di permanenza all'OEM(incognita variabile), per assurdo, finanche a mezz’ora. Il risultato, come vedremo, non cambierebbe…!
Variando a piacere il tempo di permanenza di Jennings all’OEM, come per esempio ipotizzando, anziché da 3 a 6 minuti, da 6 a 12 minuti, chiunque potrà trarre le proprie conclusioni…
L’analisi dei due differenti contesti temporali in funzione dell’orario in cui Jennings ed Hess si trovarono all’OEM, ammetterà l’ammissibilità o inammissibilità di ognuna delle due ipotesi.
Prima circostanza: dall’impatto delle 8:46 al falso allarme del terzo aereo
Secondo il sgt. Justo Andaluz, WTC7 venne evacuato prima dell’impatto del secondo aereo…[3] Uno studio dei risultati conseguiti durante la gestione dell’emergenza del 9/11, in base alla raccolta di diverse testimonianze, ha concluso che il personale dell’OEM al 23° piano di WTC7, tra l’impatto delle 8:46 e quello delle 9:03, non sapendo cosa fare e ritenendo la crisi in corso al di sopra delle proprie possibilità d’intervento, come seppe dell’evacuazione effettuata dal Secret Service, evacuò a sua volta[4]… Da una testimonianza del Secret Service, risulta che l’ufficio di New York, situato al WTC7, cominciò ad evacuare gli uffici a partire dall’impatto delle 8:46.[5] Sam Caspersen(inquirente della Commissione 9/11), nel documento di una testimonianza rilasciata dal sindaco Giuliani, commenta con meraviglia l’apprendimento della notizia secondo cui, approssimativamente (e per eccesso!), “intorno alle 9:10”, l’OEM al 23° piano fosse già inservibile.[6] Per ordine di Odermatt, pochi istanti dopo le 8:46 venne richiesta la presenza di solo due persone all’OEM, tutte le altre sarebbero state impiegate nella lobby della torre nord per convergere al “Advanced Command Post”.[7] Per l’allestimento di una “triage area” al “Pier 92” sull’Hudson River secondo le necessità dell’operazione “TRIPOD”, una parte del personale dell’OEM non era presente al WTC7.[8] John Farmer dirigente dell’unità responsabile della valutazione della risposta all’emergenza, trovò strano che quattro dirigenti dell’OEM anziché recarsi all’OEM si diressero nella lobby della torre nord, non riuscì a capire il senso di tale organizzazione e non ebbe modo di avere opportune spiegazioni per l’accaduto[9]
Com’è chiaro intendere dalle fonti disponibili, di cui alcune qui sopra citate, l’OEM, al 23° piano del WTC7, il 9/11, restò sostanzialmente sguarnito del personale, ed essenzialmente inutilizzato durante il periodo dell’intero attacco di New York, fatto salvo un’unica eccezione.
Peruggia arriva al WTC7 intorno alle 9:15-9:20(imho), istituendo un OEM provvisorio nell’angolo di sud-est della lobby, al 3° piano di WTC7[10]. Quando Peruggia arriva nella lobby, incontra Zarrillo e Nhamod, appena discesi a piedi dal 23° piano[11][12]. I due abbandonarono l’OEM a seguito di un falso allarme che dava un 3° aereo in avvicinamento su New York. Zarrillo e Nhamod erano riusciti a raggiungere in ascensore l’OEM dopo le 9:07(EMS Response[13]).
Nhamod e Zarrillo figurarono come preposti esterni di quell’unica agenzia(su circa 68) che il 9/11 raggiunse l’OEM: l’”Emergency Medical Services”, reparto del Dipartimento Antincendio di New York(FDNY). Rappresentarono anche l’unica eccezione alla pressoché inutilità totale dell’OEM, al 23° piano di WTC7, il 9/11…(9/11 Comm.Rep.)[14]
Tra le 9:18 - 9:20(imho), l’OEM sarà evacuato ancora da questi due soccorritori a causa del falso allarme del terzo aereo[12](erroneamente protratto e poi diramato ufficialmente, via radio dal PAPD alle 9:32[15], fino al crollo della torre sud).
Dal momento in cui Peruggia arrivò nella lobby di WTC7 al 3° piano, nessuno, al di fuori degli addetti alla manutenzione del WTC7(ingegneri dello IUOE), è più abilitato ad accedere ai piani superiori dell’edificio al di sopra del 3° piano[16]. Uno di loro, Peter Mulroy, nel tragitto di perlustrazione intrapreso in seguito al crollo delle due torri, rimarrà anch’esso intrappolato come Michael Hess e Barry Jennings.
Seconda circostanza: dal falso allarme del terzo aereo al crollo della torre sud(9:59)
Dai rapporti del NIST:
“Shortly after WTC7 was evacuated, the FDNY fire commissioner arrived, looking for the mayor who he believed to be at the OEM center on the 23rd floor. A guard meet the commissioner in the lobby and ordered him and his staff out of the building. The guard told him “This building has been evacuated” and that “OEM, the mayor, they’re all gone”. (NCSTAR 1-8 e NCSTAR 1-9 Vol. 1)”
trad: Poco dopo che il WTC7 venne evacuato, arrivò il commissario antincendio, a cercare il sindaco che credeva trovarsi al centro OEM al 23° piano. Una guardia incontrò il commissario nella lobby e ordinò a lui e al suo staff di andarsene via dall’edificio. La guardia gli disse “Quest’edificio è stato evacuato” e che “L’OEM, il sindaco, se ne sono tutti andati”.
Il divieto di accesso intimato ad un ufficiale del grado di Von Essen, Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York e Chief Deputy Commissioner dell’OEM, con il pretesto di cercare il sindaco, è l’evidenza del divieto assoluto imposto a chicchessia. I gradi più alti nella scala gerarchica dell’OEM al di sopra di Thomas Von Essen erano ricoperti da Sheirer, direttore capo dell’OEM, e sopra ancora dal sindaco Giuliani che ricopriva una funzione simbolica e istituzionale.
Questo evento sembrava, inizialmente, si collocasse approssimativamente tra le 9:30 e le 9:50. Ma nel nuovo rapporto sul WTC7(NCSTAR 1-9 Vol. 1, pubblicato nel 2008), che dovrebbe offrire una più particolareggiata cronologia minuto per minuto degli avvenimenti che interessarono WTC7, oltre a riportare il riferimento sopra in maniera del tutto eguale, elenca ulteriori tre punti descriventi due eventi(pag. 340 del pdf), precisanti due orari (9:45 e 9:59), prima del rilevamento del crollo della torre sud avvenuto alle 9:59.
Se ne conclude quindi che Von Essen si doveva vedere essere negato l’accesso all’OEM, tra le 9:32 e le 9:45.(la testimonianza di Peruggia, tra quando narra di aver incontrato Von Essen a quando crolla la torre sud, conferma approssimativamente tale periodo: si presume infatti che Von Essen si veda prima negato l’accesso e che dopo si rivolga a Peruggia per informarsi dove sia il sindaco[10]).
Dalle 9:45, era già vietato l'accesso all’OEM, dato l’ordine imposto da parte di una figura, descritta dal NIST come semplice guardia, ad una persona del grado di Von Essen.
Von Essen, quindi, non riuscì nemmeno a vedere da lontano gli ascensori nella lobby di WTC7…
Ray Goldbach[19], assistente esecutivo di Von Essen, fornisce un’ulteriore conferma dell’impossibilità oggettiva di arrivare agli ascensori del WTC7 posti nella lobby al 3° piano, dopo che venne allestito l’OEM provvisorio:
“We got into 7 World Trade Center, we took the escalator up to the second floor, then we were going to take the elevator. I think it was John Peruggia from operations, but I'm not sure, at that point told us we had to get out of that building. Everybody was evacuated in that building.”
Trad: Raggiungemmo il WTC7, prendemmo le scale mobili per il secondo piano, dopo stavamo andando a prendere l’ascensore. Penso che fosse John Peruggia dalle “Operazioni”, ma non ne sono sicuro, a quel punto ci disse che dovevamo andarcene fuori da quell’edificio. Tutti erano stati evacuati in quell’edificio.
Tra le 9:10 e le 9:59 la situazione già tragica al WTC si intensificò maggiormente: un secondo aereo aveva già colpito anche la seconda torre, una dozzina di aerei non erano individuati, un terzo aereo era dato in avvicinamento su New York, la gente si buttava dalle torri soffocata dal denso fumo nero, falsi allarmi come l’impatto di un aereo contro la Sears Tower L’America Mall ecc., allertavano la città del pericolo incombente sulla Nazione, alle 9:37 un’esplosione al Pentagono portò l’attacco contro gli Stati Uniti d’America a Washington…
Questo esponenziale aggravarsi continuo del pericolo e l’estensione, via-via col trascorrere del tempo, alla Nazione intera, aveva reso le misure di sicurezza ovviamente più rigide rispetto a quanto non lo fossero, e non avrebbero potuto esserlo, alla notizia di un impatto contro una torre, interpretato inizialmente, come conseguenza dell'incidente di un piccolo aereo da turismo che aveva perso la propria rotta...
Ragion per cui dopo l’impatto delle 8:46, con l’evacuazione in corso di WTC7, fu facile accedere all’OEM al 23° piano, ma dopo il secondo impatto, le misure di sicurezza s’irrigidirono, acutizzandosi poi definitivamente con il falso allarme del terzo aereo in avvicinamento su New York.
In questa situazione gli unici luoghi di WTC7 che ancora erano destinati a qualche funzionalità complementare all’emergenza in corso, erano la lobby del 3° piano, destinata ad alloggiare l’OEM provvisorio e a fungere da ponte di collegamento riparato per l’evacuazione dei civili in transito tra “the plaza” e la zona nord del WTC, e gli enormi garage situati al piano terra dell’edificio nei quale era stata allestita, entro le 9:30(EMS Response), da Nhamod e Asaeda[17] una “triage area” per la codifica dei feriti di passaggio…
Circostanze a confronto
L’unica “forbice temporale” che ammetta un accesso di Jennings ed Hess all’OEM, al 23° piano di WTC7, si colloca tra le 8:46 fino ad un orario compreso tra le 9:10 e le 9:15. Almeno dalle 9:20 in poi non sarà più possibile raggiungere l’OEM al 23° piano di WTC7 a causa:
- del falso allarme del 3° aereo in avvicinamento su New York e del conseguente ordine di evacuazione ufficiale dell’OEM impartito presumibilmente da parte di Sheirer[19](in seguito il suo operato sarà soggetto a critiche per l’aver convertito un pericolo non accertato in un allarme a tutti gli effetti con le conseguenti contromisure del caso intraprese: deleterie per gli svantaggi subiti da un OEM inutilizzabile durante l’emergenza – Sheirer, sulla causa di evacuazione dell’OEM, ha fornito una doppia versione…[20])
- dello spostamento provvisorio dell’OEM nella lobby al 3° piano. Quindi non avrebbe avuto più nessun senso raggiungere un OEM inutilizzabile al 23° piano per l'impostazione delle varie operazioni delle agenzie di soccorso e salvataggio...
Quindi:
Barry Jennings e Michael Hess come avrebbero potuto raggiungere gli ascensori nella lobby al 3° piano di WTC7 cinque, dieci, quindici o anche trenta minuti prima delle 9:59, con il divieto d’accesso assoluto imposto a chicchessia per i noti motivi?
Stando alla testimonianza di Jennings, dall’informazione che ricevette telefonicamente dell’impatto delle 8:46, non si rilevano quei particolari che lascino presumere una certa consapevolezza da parte sua degli eventi per come si svilupparono in seguito all’impatto del primo aereo avvenuto alle 8:46.
Estratto:
“And I received a call that a small cessna had hit the WTC. And I was asked to go and man the Office of Emergency Management (OEM) at WTC 7 on the 23rd floor. As I arrived there, there were police all in the lobby. They showed me the way to the elevator. We got up to the 23rd floor.”
“E ricevetti una telefonata (in cui mi s’informò) che un piccolo Cessna aveva colpito il WTC. Mi venne chiesto di andare e sorvegliare l’ufficio di Gestione Emergenze(OEM) al WTC7, al 23° piano. Come arrivai lì, c’erano poliziotti in tutta la lobby. Mi mostrarono gli ascensori. Raggiungemmo il 23° piano.”
L’allarme secondo cui un Cessna avesse colpito una delle due torri, rimase in voga entro i 5 minuti dall’impatto di AA:11(ore 8:46): così come venne informato Jennings dell’incidente occorso, così fu per le prime squadre di soccorritori(tra i quali per esempio anche Goldbach) che piombarono al WTC. La maggior parte dei soccorritori non aveva previsto ancora un attentato “terroristico”, come quello che si intuì a seguito dell’impatto del secondo aereo alle 9:03. Inoltre, ancora non erano pervenuti al WTC falsi allarmi secondo cui una dozzina di aerei non erano tracciati, ne tantomeno un terzo aereo era dato in avvicinamento su New York. WTC7 di fatto non era ancora considerato a rischio di allarme specifico nonostante, per prudenza, si cominciò comunque ad evacuarlo immediatamente e ufficiosamente(lo IOUE cominciò l’evacuazione a dispetto degli uomini della sicurezza della Silverstein Properties che volevano lasciare gli impiegati negli uffici per evitare situazioni di panico)...
Quando entrò Jennings nella lobby dell’edificio non si sarebbe potuto vedere quindi le stesse restrizioni che si videro imposte Von Essen e Goldbach a seguito dell’impatto delle 9:03 e del falso allarme del terzo aereo in avvicinamento sulla città che avrebbe poi dovuto implicare l’evacuazione dell’OEM al 23° piano di WTC7.
In parole povere Jennings riuscì a guadagnarsi facilmente l’accesso agli ascensori con l’aiuto della Polizia che gli indicò dove fossero in quanto la situazione non si era ancora aggravata con i connotati del vero e proprio attacco offensivo che si dimostrerà invece dalle 9:03 in poi.
Prima del secondo impatto delle 9:03, l’emergenza tendeva verso una risposta in seguito ad un incidente casuale e involontario in tempo di pace, che verso un attacco da parte di un “nemico X”.
Trovandosi quindi in un’emergenza, in quei momenti apparentemente circoscritta, Jennings ottenne ciò che a Von Essen e Goldbach venne negato per questioni oggettive una volta che la situazione si era atrocemente ingigantita in maniera imprevedibile ed incontrollata.
Ma com’è noto, ancor più sorprendentemente, Jennings, non una, bensì due volte, salì al 23° piano per accedere all’OEM.
…e tutto ciò alle stesse identiche modalità con cui l’aveva raggiunto la prima volta!
La prima volta, infatti, non riuscì ad accedervi:
"We got to the 23rd floor. We couldn't get in. We had to go back down. Then Security and the Police took us to the freight elevators where they took us back up and we did get in. Upon arriving into the OEM EOC,..we notice that..everybody was gone.”
Trad: “Raggiungemmo il piano 23°. Non saremmo potuti entrare. Dovevamo ritornare giù. Poi la sicurezza e la polizia ci portarono agli ascensori montacarichi che ci portarono su e riuscimmo ad entrare. Dopo essere arrivati all’OEM EOC… rilevammo che tutti se n’erano andati.”
Due volte, Jennings, arriva nella lobby al 3° piano chiedendo aiuto, due volte si fa indicare la strada verso gli ascensori e due volte si fa indicare dalle guardie di Polizia e dalle squadre preposte alla sicurezza quale direzione prendere, due volte riesce a prendere gli ascensori e due volte arriva al 23° piano.
Conclusione
Riconducendoci alle due ipotesi formulate sopra appare chiaro che, laddove Von Essen, entro le 9:45, e Goldbach non riuscirono ad accedere, agli ascensori del WTC7, parimenti Barry Jennings e Michael Hess, non potrebbero invece essere riusciti ad accedervi dopo quest’orario. Considerando che molti degli orari indicati dai rapporti del NIST hanno subito dei “ritardi”, e sono discordanti rispetto al rapporto della Commissione 9/11 in fatto di evacuazione dell’OEM che riporta le 9:30, è ragionevole concludere che Jennings ed Hess non siano mai stati al 23° piano del WTC7 in un orario intorno alle 9:59 e neanche poco prima.
Diversamente, Jennings ed Hess avrebbero potuto raggiungere l’OEM in un orario tra le 8:46 e le 9:10 – 9:20.
Tuttavia sapendo che Zarrillo e Nhamod arriveranno al 23° piano ad attivare la loro postazione dopo le 9:07, apprendendo che ricevettero l’ordine di evacuare l’OEM a causa del falso allarme del 3° aereo, preso atto che incontrarono Peruggia nella lobby e che, insieme a lui, per le 9:30 allestirono una “triage area”, nonché un OEM provvisorio, si può dedurre che l’OEM venne abbandonato dai due verso le 9:18 - 9:20, e che Jenning si sarebbe potuto trovare lì, al 23° piano, soltanto prima che ci arrivassero i due soccorritori poiché, da quando Peruggia sarà nella lobby, sarà vietato l’accesso ai piani superiori dell’edificio a chicchessia.
Le varie coincidenze elencate indicanti un OEM pressoché deserto fin da poco dopo le 8:46 e la fatalità che ruota intorno alle varie spiegazioni ufficiali circa l’implicazione della sua evacuazione anticipata portano a chiedersi se tutto ciò non potesse essere stato organizzato da una volontà al di sopra degli intenti propri di un’emergenza tragica come quella del 9/11.
L’esistenza di una sorta di ordine tacito, funzionale all’effetto che la “defaillance” di un centro-emergenze inutilizzato avrebbe generato nell’animo dei soccorritori, ben ammette la possibilità che nel caos si sarebbe potuto realizzare qualsiasi cosa al riparo da sguardi e orecchi “indiscreti”.
Insicurezza, panico, terrore, frustrazione, decentramento imprevisto delle agenzie preposte all’emergenza, mancanza di collegamento tra le squadre, radio non funzionanti, spostamenti continui delle squadre di soccorso, falsi allarmi, false notizie, disperazione, imprevisti vari, equivoci di ogni sorta: in questo ambiente alterato dall’insistente incomprensibilità degli eventi che si susseguivano sarebbe stato poi così difficile far passare inosservata una normale demolizione controllata in luogo di un “collasso strutturale progressivo totale” a dei soccorritori specializzati in operazioni… da tempo di pace???
[1] NCSTAR 1-9 Vol.1 pg 296 PDF [pg 240]
"At 9:30 a.m., the FDNY Emergency Medical Service (EMS) established a Division at WTC 7 for assisting victims. An EMS triage center was established in the lobby of WTC 7 as occupants from WTC 1 and WTC 6 evacuated through WTC 7.”
http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/NCSTAR1-9index.htm
[2] 1° parte: http://www.youtube.com/watch?v=5LO5V2CJpzI
2° parte: http://www.youtube.com/watch?v=kxUj6UgPODo
[3] According to a soldier at the scene, WTC Building 7 is evacuated before the second tower is hit.
http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a903
Working with Wall inside Building 7 as the first plane crashed into the World Trade Center, he recalled people were calm as they evacuated, although rumors of car bombs and missiles were beginning to spread.
http://www.dcmilitary.com/dcmilitary_archives/stories/101801/11338-1.shtml
[4] https://www.riskinstitute.org/peri/images/file/Wachtendorf_Improvising_9_11.pdf
[5] Once the first plane hit, we implemented emergency evacuation plans for our field office located in World Trade Center #7. All these individuals were in the process of being evacuated when the second plane hit. While the Secret Service law enforcement personnel assisted NYPD and NYFD evacuate the towers, the administrative staff and temporary personnel were escorted to safety. Secret Service Special Officer Craig Miller was killed while assisting in the evacuation of one of the towers. Later that day, the USSS New York Field Office was lost as World Trade Center #7 collapsed.
[6] Even if the EOC had been available, I would not have gone there for an hour or 1.5 hours. Would want to spend some time first at actual incident, at operations command posts - "once everything worked out on the street." Bemie might have already known that 7 WTC already evacuated, [this is slightly unclear; OEM was not evacuated until 9:30 AM, and it's only about 9:10 AM now.]
[7] pg 34: John Odermatt, Sheirer’s top deputy, also goes to the North Tower and says that, after the first plane hit, he leaves only two staffers at the command center.
http://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0060536608/centerforcoop-20
[8] http://www.nyc.gov/html/oem/html/news/02_05_22_tripod.shtml
[9] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a846oemstaff#a846oemstaff
[10] John Peruggia: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110160.PDF
[11] Abdo Nahmod:
http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110061.PDF
[12] Richard Zarrillo:
http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110161.PDF
[13] EMS Response: http://www.scribd.com/doc/322341/ems-response
[14] http://govinfo.library.unt.edu/911/report/911Report_Ch9.htm
[15] De Vona: http://www.thememoryhole.org/911/pa-transcripts/pa-police-reports01.pdf
[16] Responding to Horror, IUOE: http://www.scribd.com/doc/19273744/Responding-to-Horror
[17] Glenn Asaeda: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110062.PDF
[18] Ray Goldbach: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110150.PDF
[19] Sheirer 1° versione: http://govinfo.library.unt.edu/911/hearings/hearing11/sheirer_statement.pdf
[20] Sheirer 2° versione: http://nymag.com/nymetro/news/sept11/features/5270/
giovedì 6 agosto 2009
Il punto sul WTC7
In realtà Sheirer, tra le sue testimonianze(in cui ha fornito versioni palesemente diverse al pari di Giuliani, Rotanz ecc….), non si riferisce mai ad un orario approssimativo né, tantomeno, preciso. Da ciò che si può evincere leggendo le sue testimonianze, appare semmai evidente che l’ordine di evacuazione fosse stato da lui impartito, qualora fosse stato veramente lui a darlo, non “approssimativamente alle 9:44”, ma entro il quarto d’ora massimo dall’impatto di UA-175 contro la torre sud avvenuto alle 9:03. Una squadra di E.M.S., l’unica tra le oltre 68 a raggiungere il centro-emergenze il 9/11, infatti ricevette l’ordine di evacuazione al massimo intorno alle 9:20, ed evacuò dall’OEM. Tale conclusione si ricava dal fatto che questa squadra aveva allestito per le 9:30 la “triage area” nella lobby di WTC7 al 3° piano, prim’ancora un OEM provvisorio sempre nella lobby del WTC7, prim’ancora si era consultata con Peruggia e prim’ancora aveva disceso venti piani a piedi dal 23° piano quando si trovava all’OEM, proprio quando ricevette l’ordine di evacuarlo a causa del (famigerato) falso allarme del “terzo aereo” in avvicinamento su New York…
In questo articolo viene riportato un periodo di tempo in cui si sono verificati alcuni avvenimenti omessi, negati o distorti illegittimamente dai rapporti del NIST, ossia da quell’unico organo responsabile, tra quelli accreditati per le indagini, che avrebbe dovuto offrire una spiegazione per il sospetto crollo del WTC7.
I dati di posizione del sole vengono calcolati dall'applicazione 3D di visualizzazione, in base ai dati geografici inseriti, e sono stati verificati - come test incrociato - attraverso il sito del NOAA.
La posizione della fotocamera di render è stata ottenuta triangolando diversi scatti fotografici dell'area che hanno permesso di identificare esattamente la posizione visibile all'interno del video ove si sente l'esplosione.
Collage di fotogrammi del video che mostrano la medesima area.
Una vista dall'alto.
La cronologia degli E.M.S.
Le autorità governative americane hanno rilasciato una parte di documenti relativi ad alcune delle agenzie che presero parte ai soccorsi del World Trade Center. Una di queste è il reparto E.M.S. (Emergency Medical Service) del Dipartimento Antincendio di New York(FDNY). In seguito a richiesta FOIA è stata ottenuta la cronologia delle loro comunicazioni: la sequenza secondo-per-secondo copre il periodo dell’intera giornata del 9/11 fino a parte della successiva.
Periodo in cui si consolida il rilevamento del “crollo” della torre nord:
Potrebbe essere…
Non potrebbero essere stati gli esplosivi/munizioni conosciuti, immagazzinati nei sotterranei del WTC6, visto che questi vennero recuperati integri a seguito della tragedia. E non potrebbero essere stati serbatoi contenuti negli altri edifici circostanti dal momento che non ne risulta traccia utile alcuna circa un’eventuale relazione all’esplosione tra le notizie e i rapporti disponibili…
Conseguenze
Testimonianze
- Was that seven?
- No seven was here
- Okay
- (inaudible) That wasn’t on fire
- […] WTC5, quest’edificio qui era interamente avvolto.[…] Cominciammo a gettare acqua sul fuoco di questo fottuto edificio.
- Era il WTC7?
- No, WTC7 era qui
- Okay
- (inascoltabile) Quello non era in fiamme
Mellarango:
- Okay.
- At North End and Greenwich Street we established -- myself and Lieutenant Eppinger from Battalion 08.
- Approximately what time was this that you moved?
- Probably around 11, 11:30.
- Okay
- Probabilmente intorno alle 11:00, 11:30
Massa:
Dalla radio arrivavano segnalazioni di un ordigno secondario alla Stuyvesant High School, che c’era un’importante perdita di gas e di evacuare tutti. Tutti quanti ci voltammo e cominciammo a dirigerci verso nord.
Connolly:
Warner:
“Fece diversi tentativi per provare ad aprire la serratura. Venimmo avvertiti di evacuare l’edificio dal lt. Scullion e dal lt. Frazier.”
Da “Papd interviews”:
“Abbiamo continuato i nostri sforzi fino a quando l’insieme di polveri, fumo ed esplosioni secondarie, unite alle notizie di fughe di gas, di bombe, di armi leggere e di edifici che stavano per crollare ci ha obbligato a riposizionarci ancora più a nord sulla West St.”
Da “Papd interviews”:
“Arrivai poco dopo il collasso della seconda torre e come raggiunsi l’area, alcune persone stavano correndo via dalla zona dove era collassata. Tra Vesey st. e West st. ho potuto vedere che WTC7 era in fiamme e danneggiato, insieme agli altri edifici. Accompagnato da altri soccorritori, tentammo di recuperare i sopravvissuti sul sito del collasso. Un momento dopo, un ufficiale(supr.) ci raggiunse e ordinò ai soccorritori di allontanarsi dall’area perché anche WTC7 era a rischio di collasso.”
Craig Bartmer:
“Ci camminai intorno(WTC7). Vidi un buco. Non vidi un buco così grave a tal punto di buttare giù un edificio, nonostante. Si, infine c’erano degli incendi nell’edificio, ma non sentii nessun… Non sentii nessun cedimento, o… Non udii nessuna indicazione che sarebbe venuto giù.[…]”
Fellini:
“Così per le cinque, sei ore successive sospendemmo le operazioni dei pompieri da qualsiasi parte nei dintorni di quell’edificio, che includeva l’intero lato nord del complesso del WTC. Possibilmente intorno alle 5:00 o poco dopo, l’”edificio 7” venne giù”
Jennings:
Preavviso di crollo
“A quel punto ritornai nell’edificio(WTC7). Stavo discutendo con Mr. Rotanz e, credo, quello che poteva essere un rappresentante dal “Departments of Buildings”, ma non ne sono sicuro. Una persona tipo un ingegnere, molti di noi stavano discutendo animatamente nella lobby e venne portato alla mia attenzione che si credeva che i danni strutturali subiti dalle torri erano abbastanza significativi e che loro erano molto confidenti nel fatto che la stabilità strutturale fosse compromessa e che pensavano che la torre nord fosse in pericolo o vicina ad un collasso imminente.”
Carletti:
Un crollo che sostanzialmente a giudicare l’ampia area di sicurezza voluta avrebbe dovuto interessare evidentemente tutto l’edificio. Tutto ciò, quando ancora nessun ingegnere o addetto alla verifica dei danni strutturali era entrato nell’edificio, gli unici danni riscontrabili non erano visibili a causa di una spessa coltre di fumo generata a seguito del crollo della torre nord e la facciata danneggiata era avvolta anch'essa da denso fumo proveniente da essa.
Tuttavia nel rapporto NCSTAR 1-9, questo fatto, se vero, è clamorosamente omesso. In tale rapporto infatti si parla soltanto di una valutazione superficiale delle condizioni di WTC7 effettuata all’una di pomeriggio da una squadra di tre persone: due membri del FDNY e un rappresentante dell’OEM. Riescono ad accedere a diversi piani finché, sentito un “forte rumore” all’ottavo o al nono piano, il più alto che raggiunsero, decisero di evacuare l’edificio… (pagg. 299-300).
Il NIST quindi omette di riportare qualsiasi riferimento incentrato sul fatto che già intorno alle 11:00, ben 3 ore e mezza prima del primo orario di evacuazione, per così dire “ufficiale”, WTC7 e la zona circostante dovettero essere evacuati.
Esclusi i sette confidenti in qualche modo nel collasso totale e tre che non hanno espresso un parere preciso i rimanenti erano tutti scettici riguardo il collasso totale.
Questa è la maggioranza... silenziosa.
Conferme di esplosioni
- News:
"[J]ust two or three minutes ago there was yet another collapse or explosion. I'm now out of sight, a Good Samaritan has taken me in on Duane Street. But at a quarter to 11, there was another collapse or explosion following the 10:30 collapse of the second tower. And a firefighter who rushed by us estimated that 50 stories went down. The street filled with smoke. It was like a forest fire roaring down a canyon."
“Appena due o 3 minuti fa c’è stato un altro collasso o esplosione. Ora mi sono allontanato, un Buon Samaritano(?) mi ha accompagnato a Duane St. Ma un quarto alle 11:00, c’è stato un altro collasso o esplosione in seguito al collasso della seconda torre (avvenuto) alle 10:30. Un pompiere che è passato di corsa diceva che secondo lui erano crollati 50 piani. La strada si è riempita di fumo, sembrava l’incendio di una foresta che viene giù ululando lungo un canyon.”
- Film: “Day of disaster” – Steve Spak:
Estratto dal film “Day of disaster”:
Qui di seguito un botta e risposta specifico con lui riguardante la provenienza, da lui intuita, dell’esplosione:
Steve Spak: “The sound of the explosion came from the direction of the WTC after the collapses of the WTC coming from somewhere near the North Tower & 7WTC.”
- Il suono dell’esplosione giungeva dalla direzione del WTC, dopo i collassi del WTC(torri), proveniente da qualche parte vicino alla torre nord e al WTC7.
Sintesi
- Una di queste esplosioni è accertabile attraverso quattro livelli diversi di conferme contemporaneamente: filmato video/audio, calcolo dell’orario attraverso l’analisi delle ombre, documento del reparto EMS e servizio televisivo
- L’esplosione di cui l’analisi sopra e quella ripresa da Steve Spak sono avvenute entrambe pochi minuti dopo il crollo della torre nord
- Le esplosioni sono state distintamente udite e percepite come chiaro presagio di pericolo da parte dei soccorritori
- Tali esplosioni non risultano poter essere ricondotte a falsi allarmi, scoppi di serbatoi ausiliari, fughe di gas, esplosivi immagazzinati in edifici adiacenti ecc.
- Dalle testimonianze disponibili risulta che almeno anche le esplosioni contribuirono ad indurre i soccorritori ad effettuare un’evacuazione di massa intorno alle 11:00
- Intorno alle 11:00 nonostante gli incendi non fossero così importanti WTC7 venne fatto evacuare perché dichiarato a rischio di collasso imminente
- Alle 11:07 un servizio televisivo riporta due volte, in alternativa ad un’esplosione, il collasso di un edificio di una cinquantina di piani: WTC7 ne aveva 47
- Una preponderante maggioranza dei pompieri non si aspettava un collasso come quello poi avvenuto
- La conclusione che intorno alle 11:00 WTC7 sarebbe crollato era dipesa da un’associazione di interpretazioni per i precedenti crolli formulata istintivamente dai soccorritori o era invece la percezione di un pericolo reale derivato dall’aver avvertito chiaramente esplosioni provenienti dal WTC7?
- Qual è l’orario approssimativo della mattina in cui l’ingegnere, indicato da Sunder alla trasmissione radio, ha espresso la previsione di collasso imminente per WTC7?
- Come mai sul rapporto NCSTAR 1-9 non ve n’è traccia alcuna di questo importante giudizio fornito da un professionista esperto?
- Perché in tutti i rapporti del NIST non sono descritte le esplosioni che sono state chiaramente udite dai soccorritori, segnalate nelle “news”, riprese in vari video e accertate nei documenti dei reparti di soccorso?
- Perché, in tutti i rapporti del NIST, manca totalmente la descrizione della natura di queste esplosioni?
- Perché i rapporti del NIST non riportano apertamente che alle 11:00 l’edificio venne dichiarato a rischio di crollo tanto che se ne richiese l’evacuazione oltre che di esso di un’ampia zona circostante?
- Perché il NIST ha tenuto conto soltanto di un certo tipo di testimonianze, tra l’altro, non corroboranti gli assunti stessi postulati dagli esperti che ebbero redatto il rapporto NCSTAR 1-9?