mercoledì 24 febbraio 2010

Richiesta FOIA: Barry Jennings & Michael Hess

Il NIST ha rifiutato il rilascio delle interviste relative a Michael Hess e Barry Jennings, a seguito di richiesta FOIA...


Di seguito pubblico i vari passaggi con alcune note descrittive:



Estratto dal rapporto NIST NCSTAR 1-8: dove si evince l'esistenza e la classificazione delle interviste con esplicito riferimento ai due uomini rimasti intrappolati in WTC7...




Testo della richiesta inviata al NIST.



Comunicazione della presa in carico e assegnazione del codice di riferimento della richiesta FOIA.







...e il diniego relativo al rilascio delle interviste.

martedì 16 febbraio 2010

Barry Jennings vs NIST

Gli autori dei rapporti del NIST, J. Randall Lawson, Richard G Gann e Jason D. Averill, responsabili dei capitoli sull’evacuazione e sulla risposta all’emergenza al WTC7, nel ricostruire cronologicamente una successione di eventi che riguardarono quest’edificio, collocano Barry Jennings e Michael Hess al 23° piano, intorno all’orario del crollo della torre sud(9:59)[1].

In mancanza di prove o testimonianze contrarie, ciò poteva essere accettato senza contestazioni di sorta.

Senza riscontro incrociato, per forza di cose ci si deve affidare all'interpretazione contenuta nella versione fornita…

Differentemente, in forza dell’esistenza di una voce contraria, diventa obbligatorio esaminare la vicenda, e indagarla a fondo, per stabilire quale versione tra quella degli autori, attraverso la loro interpretazione delle testimonianze, o quella della testimonianza stessa, nei suoi contenuti, s’innesti solidamente nelle circostanze accorse così come pervenute al NIST e, in parte, al pubblico attraverso la documentazione resa accessibile.

Nei rapporti, nelle esposizioni delle occasioni in cui i vari soccorritori si introdussero all’interno del WTC7, vi è riportato solitamente un breve resoconto descrivente le modalità d’accesso all’edificio: pretesto, dinamica o descrizione sommaria dell’ambiente circostante trovato da questi.

Molto semplicemente, per quanto concerne Barry Jennings e Michael Hess, il NIST, di punto in bianco, si limita a disporli all’OEM, al 23° piano di WTC7, nel periodo suddetto, senza proferire nulla sulle loro modalità di accesso.


Due versioni differenti: NIST Vs. Barry Jennings

Nel NCSTAR 1-8 prima e, successivamente nel NCSTAR 1-9 Vol. 1, si legge:

“Two New York City Employees had gone to the OEM center on the 23rd floor and found no one there. As they went to get into an elevator to go downstairs, the lights inside WTC7 flickered as WTC 2 collapsed.”(pag. 342 del pdf NCSTAR 1-9 Vol. 1)

Trad: Due impiegati della città di New York andarono al Centro d’emergenza al 23° piano, e non trovarono nessuno. Come andarono a prendere gli ascensori per andare giù, le luci all’interno di WTC7 tremolarono come WTC2 crollò.

Dall’abbandono dell’OEM di Jennings ed Hess in concomitanza al crollo della torre sud, si ottiene quel riferimento, l’orario delle 9:59, corrispondente al dato contrapposto alle dichiarazioni di Jennings.

E’ noto che Barry Jennings ha dichiarato di essersi trovato all’OEM, al 23° piano del WTC7, negli istanti in cui UA-175 colpiva la torre sud[2]:

“I received a call shortly after the first plane hit, which everyone thought was a cessna. That's what I was told. A small cessna lost it's way and hit the... I got there..uh..I had to be inside on the 23rd floor when the 2nd plane hit. I was inside when the 2nd plane hit. I was already in the WTC7."

Trad: Ricevetti una telefonata subito dopo che il primo aereo impattò, che tutti pensavano fosse un Cessna. Quello è ciò che mi venne detto. Un piccolo Cessna ha perduto la sua rotta e ha colpito… Arrivai lì… Dovevo essere al piano 23° quando il 2° aereo impattò. Ero dentro quando il secondo aereo impattò. Ero già nel WTC7.

Il dettaglio dell’impatto di UA-175 contro la torre sud nel momento in cui si trovava al 23° piano, fornisce invece il riferimento contrario alle dichiarazioni del NIST: l’orario delle 9:03.

Il contrasto è lampante: il NIST sposta in avanti l’orario di quasi un’ora, incompatibilmente rispetto a quanto riferito da Jennings…


Flash-back: la presunta legittimità delle varie obiezioni alle dichiarazioni di Barry Jennings

La contestazione della testimonianza di Jennings da parte del NIST e l’accessoria reiterazione attuata dai “debunker”, con l’aggiunta del discredito operato nei suoi confronti, si basavano finora sul nulla nel primo caso, e su supposizioni infondate, nel secondo. L’assunto fornito dai c.d. “debunker” era argomentato per mezzo di un non meglio precisato fraintendimento personale di Jennings in merito alla propria cronologia di eventi esposta nell’intervista rilasciata ad Avery del sito Loose Change[2].

Ciò avrebbe quindi permesso ai “debunker” di concludere che Jennings si fosse sbagliato e che il suo racconto doveva essere traslato in avanti, rispetto all’orario di arrivo all’OEM! Non ultimo, questa “spiegazione”, avrebbe avuto lo scopo, a latere, di garantire, ancora una volta, l’assoluta irreprensibilità dei rapporti del NIST…!

Chiaro che, in caso contrario, ci si troverebbe nella necessità di dover investigare quei più interessanti dettagli relativi alle esplosioni avvertite all’interno del WTC7, PRIMA del crollo della torre sud, testimoniate da Jennings ed Hess, una volta raggiunto il 6° piano…

Mentre i “debunker” formulavano congetture pretestuose, la questione, ben più seria, sulla presunta collocazione di Jennings al 23° piano offerta da parte del NIST, rimaneva inviolata.

E il NIST, evidentemente, deve essersi premeditatamente guardato bene dal descrivere qualsiasi altro dettaglio relativo alle circostanze dell'arrivo di Jennings all’OEM in tale orario...

La testimonianza di Jennings è stata rilasciata al pubblico nella primavera del 2008. Ossia a cavallo tra il NCSTAR 1-8, del settembre 2005 e il rapporto sul WTC7, del luglio 2008, nella versione sottoposta ai commenti da parte del pubblico. Entrambi i rapporti collocano Jennings all’OEM, al 23° piano di WTC7, intorno all’orario del crollo della torre sud(9:59).

Qualsiasi richiesta FOIA vertente l’ottenimento delle testimonianze di Jennings ed Hess è stata vana. Il NIST ha rifiutato il rilascio di tali documenti. Un appello è in corso dal 25 novembre 2008, il Department of Commerce ancora non si è espresso se non riscontrando, il 3 dicembre 2008, di aver preso in carico l’appello.

Una più approfondita lettura dei rapporti e di alcune testimonianze rintracciate tra le Oral Histories e altri documenti, conferma l’impossibilità che la collocazione temporale di Jennings ed Hess, offerta dal NIST, abbia mai avuto luogo.


Due ipotesi

Per valutare quale delle due dichiarazioni si conformi maggiormente alla realtà si è reso necessario esaminare i due orari contrastanti tra loro, in funzione delle rispettive circostanze in cui ebbero luogo i suddetti eventi. Per farlo, sarebbe occorso anche un ulteriore dato, corrispondente al tempo di permanenza trascorso da Jennings ed Hess all’OEM. Essendo sconosciuto, si è dovuto trattare l’incognita come variabile.

La descrizione delle tappe che portarono i due uomini al 23° piano di WTC7 ad abbandonare l'OEM, servirà ad associare il livello di sicurezza che incontrarono all’ingresso dell’edificio, in particolar modo nella lobby di WTC7, con ognuno dei due orari.

Le rispettive dichiarazioni, fornite da NIST e Jennings, verranno messe in relazione a queste circostanze unicamente e soltanto ad esse riconducibili.

Dal resoconto di Jennings relativo al periodo riguardante la sua permanenza al 23° piano risulta che:

a)Sia uscito dall’ascensore una volta arrivato al 23° piano

b)Acceda all’OEM trovandolo vuoto

c)Tenti “parecchie” volte di telefonare a qualcuno per chiedere spiegazioni sul da farsi, finché non trova un collega che lo informa di andarsene rapidamente da lì

d)Si sposti per abbandonare l’OEM

Un tempo necessario comprendente l’arrivo in ascensore con Michael Hess, l’accertamento di un OEM deserto, il tentativo di fare diverse telefonate trovando un collega che gli dicesse di andarsene da lì rapidamente, ragionevolmente, non potrebbe richiedere un’enormità di tempo.

Tenendo conto che l’esecuzione delle azioni sopra elencate possa richiedere approssimativamente un dispendio di tempo compreso tra i 3 e i 6 minuti di tempo, si considerano le formulazioni delle seguenti due ipotesi come secondo punto di riferimento da collegarsi alle circostanze descritte successivamente:

1°a - se Jennings si fosse trovato all’OEM alle 9:59(NIST) potrebbe averlo raggiunto intorno alle 9:55;

2°a - se Jennings si fosse trovato all’OEM alle 9:03(Jennings) potrebbe averlo raggiunto intorno alle 8:59;

Con un orario di riferimento per ognuna delle dichiarazioni e un’informazione più che sufficiente dell’intero periodo, intercorrente tra l’impatto delle 8:46 e il crollo della prima torre alle 9:59, il tempo di permanenza di Jennings ed Hess all’OEM è risultato essere un problema del tutto secondario.

Nel caso della prima ipotesi si potrà aumentare a piacere il tempo di permanenza all'OEM(incognita variabile), per assurdo, finanche a mezz’ora. Il risultato, come vedremo, non cambierebbe…!

Variando a piacere il tempo di permanenza di Jennings all’OEM, come per esempio ipotizzando, anziché da 3 a 6 minuti, da 6 a 12 minuti, chiunque potrà trarre le proprie conclusioni…

L’analisi dei due differenti contesti temporali in funzione dell’orario in cui Jennings ed Hess si trovarono all’OEM, ammetterà l’ammissibilità o inammissibilità di ognuna delle due ipotesi.


Prima circostanza: dall’impatto delle 8:46 al falso allarme del terzo aereo

Secondo il sgt. Justo Andaluz, WTC7 venne evacuato prima dell’impatto del secondo aereo…[3] Uno studio dei risultati conseguiti durante la gestione dell’emergenza del 9/11, in base alla raccolta di diverse testimonianze, ha concluso che il personale dell’OEM al 23° piano di WTC7, tra l’impatto delle 8:46 e quello delle 9:03, non sapendo cosa fare e ritenendo la crisi in corso al di sopra delle proprie possibilità d’intervento, come seppe dell’evacuazione effettuata dal Secret Service, evacuò a sua volta[4]… Da una testimonianza del Secret Service, risulta che l’ufficio di New York, situato al WTC7, cominciò ad evacuare gli uffici a partire dall’impatto delle 8:46.[5] Sam Caspersen(inquirente della Commissione 9/11), nel documento di una testimonianza rilasciata dal sindaco Giuliani, commenta con meraviglia l’apprendimento della notizia secondo cui, approssimativamente (e per eccesso!), “intorno alle 9:10”, l’OEM al 23° piano fosse già inservibile.[6] Per ordine di Odermatt, pochi istanti dopo le 8:46 venne richiesta la presenza di solo due persone all’OEM, tutte le altre sarebbero state impiegate nella lobby della torre nord per convergere al “Advanced Command Post”.[7] Per l’allestimento di una “triage area” al “Pier 92” sull’Hudson River secondo le necessità dell’operazione “TRIPOD”, una parte del personale dell’OEM non era presente al WTC7.[8] John Farmer dirigente dell’unità responsabile della valutazione della risposta all’emergenza, trovò strano che quattro dirigenti dell’OEM anziché recarsi all’OEM si diressero nella lobby della torre nord, non riuscì a capire il senso di tale organizzazione e non ebbe modo di avere opportune spiegazioni per l’accaduto[9]

Com’è chiaro intendere dalle fonti disponibili, di cui alcune qui sopra citate, l’OEM, al 23° piano del WTC7, il 9/11, restò sostanzialmente sguarnito del personale, ed essenzialmente inutilizzato durante il periodo dell’intero attacco di New York, fatto salvo un’unica eccezione.

Peruggia arriva al WTC7 intorno alle 9:15-9:20(imho), istituendo un OEM provvisorio nell’angolo di sud-est della lobby, al 3° piano di WTC7[10]. Quando Peruggia arriva nella lobby, incontra Zarrillo e Nhamod, appena discesi a piedi dal 23° piano[11][12]. I due abbandonarono l’OEM a seguito di un falso allarme che dava un 3° aereo in avvicinamento su New York. Zarrillo e Nhamod erano riusciti a raggiungere in ascensore l’OEM dopo le 9:07(EMS Response[13]).

Nhamod e Zarrillo figurarono come preposti esterni di quell’unica agenzia(su circa 68) che il 9/11 raggiunse l’OEM: l’”Emergency Medical Services”, reparto del Dipartimento Antincendio di New York(FDNY). Rappresentarono anche l’unica eccezione alla pressoché inutilità totale dell’OEM, al 23° piano di WTC7, il 9/11…(9/11 Comm.Rep.)[14]

Tra le 9:18 - 9:20(imho), l’OEM sarà evacuato ancora da questi due soccorritori a causa del falso allarme del terzo aereo[12](erroneamente protratto e poi diramato ufficialmente, via radio dal PAPD alle 9:32[15], fino al crollo della torre sud).

Dal momento in cui Peruggia arrivò nella lobby di WTC7 al 3° piano, nessuno, al di fuori degli addetti alla manutenzione del WTC7(ingegneri dello IUOE), è più abilitato ad accedere ai piani superiori dell’edificio al di sopra del 3° piano[16]. Uno di loro, Peter Mulroy, nel tragitto di perlustrazione intrapreso in seguito al crollo delle due torri, rimarrà anch’esso intrappolato come Michael Hess e Barry Jennings.


Seconda circostanza: dal falso allarme del terzo aereo al crollo della torre sud(9:59)

Dai rapporti del NIST:

“Shortly after WTC7 was evacuated, the FDNY fire commissioner arrived, looking for the mayor who he believed to be at the OEM center on the 23rd floor. A guard meet the commissioner in the lobby and ordered him and his staff out of the building. The guard told him “This building has been evacuated” and that “OEM, the mayor, they’re all gone”. (NCSTAR 1-8 e NCSTAR 1-9 Vol. 1)”

trad: Poco dopo che il WTC7 venne evacuato, arrivò il commissario antincendio, a cercare il sindaco che credeva trovarsi al centro OEM al 23° piano. Una guardia incontrò il commissario nella lobby e ordinò a lui e al suo staff di andarsene via dall’edificio. La guardia gli disse “Quest’edificio è stato evacuato” e che “L’OEM, il sindaco, se ne sono tutti andati”.

Il divieto di accesso intimato ad un ufficiale del grado di Von Essen, Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York e Chief Deputy Commissioner dell’OEM, con il pretesto di cercare il sindaco, è l’evidenza del divieto assoluto imposto a chicchessia. I gradi più alti nella scala gerarchica dell’OEM al di sopra di Thomas Von Essen erano ricoperti da Sheirer, direttore capo dell’OEM, e sopra ancora dal sindaco Giuliani che ricopriva una funzione simbolica e istituzionale.

Questo evento sembrava, inizialmente, si collocasse approssimativamente tra le 9:30 e le 9:50. Ma nel nuovo rapporto sul WTC7(NCSTAR 1-9 Vol. 1, pubblicato nel 2008), che dovrebbe offrire una più particolareggiata cronologia minuto per minuto degli avvenimenti che interessarono WTC7, oltre a riportare il riferimento sopra in maniera del tutto eguale, elenca ulteriori tre punti descriventi due eventi(pag. 340 del pdf), precisanti due orari (9:45 e 9:59), prima del rilevamento del crollo della torre sud avvenuto alle 9:59.

Se ne conclude quindi che Von Essen si doveva vedere essere negato l’accesso all’OEM, tra le 9:32 e le 9:45.(la testimonianza di Peruggia, tra quando narra di aver incontrato Von Essen a quando crolla la torre sud, conferma approssimativamente tale periodo: si presume infatti che Von Essen si veda prima negato l’accesso e che dopo si rivolga a Peruggia per informarsi dove sia il sindaco[10]).

Dalle 9:45, era già vietato l'accesso all’OEM, dato l’ordine imposto da parte di una figura, descritta dal NIST come semplice guardia, ad una persona del grado di Von Essen.

Von Essen, quindi, non riuscì nemmeno a vedere da lontano gli ascensori nella lobby di WTC7…

Ray Goldbach[19], assistente esecutivo di Von Essen, fornisce un’ulteriore conferma dell’impossibilità oggettiva di arrivare agli ascensori del WTC7 posti nella lobby al 3° piano, dopo che venne allestito l’OEM provvisorio:

“We got into 7 World Trade Center, we took the escalator up to the second floor, then we were going to take the elevator. I think it was John Peruggia from operations, but I'm not sure, at that point told us we had to get out of that building. Everybody was evacuated in that building.”

Trad: Raggiungemmo il WTC7, prendemmo le scale mobili per il secondo piano, dopo stavamo andando a prendere l’ascensore. Penso che fosse John Peruggia dalle “Operazioni”, ma non ne sono sicuro, a quel punto ci disse che dovevamo andarcene fuori da quell’edificio. Tutti erano stati evacuati in quell’edificio.

Tra le 9:10 e le 9:59 la situazione già tragica al WTC si intensificò maggiormente: un secondo aereo aveva già colpito anche la seconda torre, una dozzina di aerei non erano individuati, un terzo aereo era dato in avvicinamento su New York, la gente si buttava dalle torri soffocata dal denso fumo nero, falsi allarmi come l’impatto di un aereo contro la Sears Tower L’America Mall ecc., allertavano la città del pericolo incombente sulla Nazione, alle 9:37 un’esplosione al Pentagono portò l’attacco contro gli Stati Uniti d’America a Washington…

Questo esponenziale aggravarsi continuo del pericolo e l’estensione, via-via col trascorrere del tempo, alla Nazione intera, aveva reso le misure di sicurezza ovviamente più rigide rispetto a quanto non lo fossero, e non avrebbero potuto esserlo, alla notizia di un impatto contro una torre, interpretato inizialmente, come conseguenza dell'incidente di un piccolo aereo da turismo che aveva perso la propria rotta...

Ragion per cui dopo l’impatto delle 8:46, con l’evacuazione in corso di WTC7, fu facile accedere all’OEM al 23° piano, ma dopo il secondo impatto, le misure di sicurezza s’irrigidirono, acutizzandosi poi definitivamente con il falso allarme del terzo aereo in avvicinamento su New York.

In questa situazione gli unici luoghi di WTC7 che ancora erano destinati a qualche funzionalità complementare all’emergenza in corso, erano la lobby del 3° piano, destinata ad alloggiare l’OEM provvisorio e a fungere da ponte di collegamento riparato per l’evacuazione dei civili in transito tra “the plaza” e la zona nord del WTC, e gli enormi garage situati al piano terra dell’edificio nei quale era stata allestita, entro le 9:30(EMS Response), da Nhamod e Asaeda[17] una “triage area” per la codifica dei feriti di passaggio…


Circostanze a confronto

L’unica “forbice temporale” che ammetta un accesso di Jennings ed Hess all’OEM, al 23° piano di WTC7, si colloca tra le 8:46 fino ad un orario compreso tra le 9:10 e le 9:15. Almeno dalle 9:20 in poi non sarà più possibile raggiungere l’OEM al 23° piano di WTC7 a causa:

- del falso allarme del 3° aereo in avvicinamento su New York e del conseguente ordine di evacuazione ufficiale dell’OEM impartito presumibilmente da parte di Sheirer[19](in seguito il suo operato sarà soggetto a critiche per l’aver convertito un pericolo non accertato in un allarme a tutti gli effetti con le conseguenti contromisure del caso intraprese: deleterie per gli svantaggi subiti da un OEM inutilizzabile durante l’emergenza – Sheirer, sulla causa di evacuazione dell’OEM, ha fornito una doppia versione…[20])

- dello spostamento provvisorio dell’OEM nella lobby al 3° piano. Quindi non avrebbe avuto più nessun senso raggiungere un OEM inutilizzabile al 23° piano per l'impostazione delle varie operazioni delle agenzie di soccorso e salvataggio...

Quindi:

Barry Jennings e Michael Hess come avrebbero potuto raggiungere gli ascensori nella lobby al 3° piano di WTC7 cinque, dieci, quindici o anche trenta minuti prima delle 9:59, con il divieto d’accesso assoluto imposto a chicchessia per i noti motivi?

Stando alla testimonianza di Jennings, dall’informazione che ricevette telefonicamente dell’impatto delle 8:46, non si rilevano quei particolari che lascino presumere una certa consapevolezza da parte sua degli eventi per come si svilupparono in seguito all’impatto del primo aereo avvenuto alle 8:46.

Estratto:

“And I received a call that a small cessna had hit the WTC. And I was asked to go and man the Office of Emergency Management (OEM) at WTC 7 on the 23rd floor. As I arrived there, there were police all in the lobby. They showed me the way to the elevator. We got up to the 23rd floor.”

“E ricevetti una telefonata (in cui mi s’informò) che un piccolo Cessna aveva colpito il WTC. Mi venne chiesto di andare e sorvegliare l’ufficio di Gestione Emergenze(OEM) al WTC7, al 23° piano. Come arrivai lì, c’erano poliziotti in tutta la lobby. Mi mostrarono gli ascensori. Raggiungemmo il 23° piano.”

L’allarme secondo cui un Cessna avesse colpito una delle due torri, rimase in voga entro i 5 minuti dall’impatto di AA:11(ore 8:46): così come venne informato Jennings dell’incidente occorso, così fu per le prime squadre di soccorritori(tra i quali per esempio anche Goldbach) che piombarono al WTC. La maggior parte dei soccorritori non aveva previsto ancora un attentato “terroristico”, come quello che si intuì a seguito dell’impatto del secondo aereo alle 9:03. Inoltre, ancora non erano pervenuti al WTC falsi allarmi secondo cui una dozzina di aerei non erano tracciati, ne tantomeno un terzo aereo era dato in avvicinamento su New York. WTC7 di fatto non era ancora considerato a rischio di allarme specifico nonostante, per prudenza, si cominciò comunque ad evacuarlo immediatamente e ufficiosamente(lo IOUE cominciò l’evacuazione a dispetto degli uomini della sicurezza della Silverstein Properties che volevano lasciare gli impiegati negli uffici per evitare situazioni di panico)...

Quando entrò Jennings nella lobby dell’edificio non si sarebbe potuto vedere quindi le stesse restrizioni che si videro imposte Von Essen e Goldbach a seguito dell’impatto delle 9:03 e del falso allarme del terzo aereo in avvicinamento sulla città che avrebbe poi dovuto implicare l’evacuazione dell’OEM al 23° piano di WTC7.

In parole povere Jennings riuscì a guadagnarsi facilmente l’accesso agli ascensori con l’aiuto della Polizia che gli indicò dove fossero in quanto la situazione non si era ancora aggravata con i connotati del vero e proprio attacco offensivo che si dimostrerà invece dalle 9:03 in poi.

Prima del secondo impatto delle 9:03, l’emergenza tendeva verso una risposta in seguito ad un incidente casuale e involontario in tempo di pace, che verso un attacco da parte di un “nemico X”.

Trovandosi quindi in un’emergenza, in quei momenti apparentemente circoscritta, Jennings ottenne ciò che a Von Essen e Goldbach venne negato per questioni oggettive una volta che la situazione si era atrocemente ingigantita in maniera imprevedibile ed incontrollata.

Ma com’è noto, ancor più sorprendentemente, Jennings, non una, bensì due volte, salì al 23° piano per accedere all’OEM.

…e tutto ciò alle stesse identiche modalità con cui l’aveva raggiunto la prima volta!

La prima volta, infatti, non riuscì ad accedervi:

"We got to the 23rd floor. We couldn't get in. We had to go back down. Then Security and the Police took us to the freight elevators where they took us back up and we did get in. Upon arriving into the OEM EOC,..we notice that..everybody was gone.”

Trad: “Raggiungemmo il piano 23°. Non saremmo potuti entrare. Dovevamo ritornare giù. Poi la sicurezza e la polizia ci portarono agli ascensori montacarichi che ci portarono su e riuscimmo ad entrare. Dopo essere arrivati all’OEM EOC… rilevammo che tutti se n’erano andati.”

Due volte, Jennings, arriva nella lobby al 3° piano chiedendo aiuto, due volte si fa indicare la strada verso gli ascensori e due volte si fa indicare dalle guardie di Polizia e dalle squadre preposte alla sicurezza quale direzione prendere, due volte riesce a prendere gli ascensori e due volte arriva al 23° piano.


Conclusione

Riconducendoci alle due ipotesi formulate sopra appare chiaro che, laddove Von Essen, entro le 9:45, e Goldbach non riuscirono ad accedere, agli ascensori del WTC7, parimenti Barry Jennings e Michael Hess, non potrebbero invece essere riusciti ad accedervi dopo quest’orario. Considerando che molti degli orari indicati dai rapporti del NIST hanno subito dei “ritardi”, e sono discordanti rispetto al rapporto della Commissione 9/11 in fatto di evacuazione dell’OEM che riporta le 9:30, è ragionevole concludere che Jennings ed Hess non siano mai stati al 23° piano del WTC7 in un orario intorno alle 9:59 e neanche poco prima.

Diversamente, Jennings ed Hess avrebbero potuto raggiungere l’OEM in un orario tra le 8:46 e le 9:10 – 9:20.

Tuttavia sapendo che Zarrillo e Nhamod arriveranno al 23° piano ad attivare la loro postazione dopo le 9:07, apprendendo che ricevettero l’ordine di evacuare l’OEM a causa del falso allarme del 3° aereo, preso atto che incontrarono Peruggia nella lobby e che, insieme a lui, per le 9:30 allestirono una “triage area”, nonché un OEM provvisorio, si può dedurre che l’OEM venne abbandonato dai due verso le 9:18 - 9:20, e che Jenning si sarebbe potuto trovare lì, al 23° piano, soltanto prima che ci arrivassero i due soccorritori poiché, da quando Peruggia sarà nella lobby, sarà vietato l’accesso ai piani superiori dell’edificio a chicchessia.



Le varie coincidenze elencate indicanti un OEM pressoché deserto fin da poco dopo le 8:46 e la fatalità che ruota intorno alle varie spiegazioni ufficiali circa l’implicazione della sua evacuazione anticipata portano a chiedersi se tutto ciò non potesse essere stato organizzato da una volontà al di sopra degli intenti propri di un’emergenza tragica come quella del 9/11.

L’esistenza di una sorta di ordine tacito, funzionale all’effetto che la “defaillance” di un centro-emergenze inutilizzato avrebbe generato nell’animo dei soccorritori, ben ammette la possibilità che nel caos si sarebbe potuto realizzare qualsiasi cosa al riparo da sguardi e orecchi “indiscreti”.

Insicurezza, panico, terrore, frustrazione, decentramento imprevisto delle agenzie preposte all’emergenza, mancanza di collegamento tra le squadre, radio non funzionanti, spostamenti continui delle squadre di soccorso, falsi allarmi, false notizie, disperazione, imprevisti vari, equivoci di ogni sorta: in questo ambiente alterato dall’insistente incomprensibilità degli eventi che si susseguivano sarebbe stato poi così difficile far passare inosservata una normale demolizione controllata in luogo di un “collasso strutturale progressivo totale” a dei soccorritori specializzati in operazioni… da tempo di pace???



Fonti:

[1] NCSTAR 1-9 Vol.1 pg 296 PDF [pg 240]
"At 9:30 a.m., the FDNY Emergency Medical Service (EMS) established a Division at WTC 7 for assisting victims. An EMS triage center was established in the lobby of WTC 7 as occupants from WTC 1 and WTC 6 evacuated through WTC 7.”

http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/NCSTAR1-9index.htm

[2] 1° parte: http://www.youtube.com/watch?v=5LO5V2CJpzI

2° parte: http://www.youtube.com/watch?v=kxUj6UgPODo

[3] According to a soldier at the scene, WTC Building 7 is evacuated before the second tower is hit.

http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a903

Working with Wall inside Building 7 as the first plane crashed into the World Trade Center, he recalled people were calm as they evacuated, although rumors of car bombs and missiles were beginning to spread.

http://www.dcmilitary.com/dcmilitary_archives/stories/101801/11338-1.shtml

[4] https://www.riskinstitute.org/peri/images/file/Wachtendorf_Improvising_9_11.pdf

[5] Once the first plane hit, we implemented emergency evacuation plans for our field office located in World Trade Center #7. All these individuals were in the process of being evacuated when the second plane hit. While the Secret Service law enforcement personnel assisted NYPD and NYFD evacuate the towers, the administrative staff and temporary personnel were escorted to safety. Secret Service Special Officer Craig Miller was killed while assisting in the evacuation of one of the towers. Later that day, the USSS New York Field Office was lost as World Trade Center #7 collapsed.

http://pccw.alumni.cornell.edu/news/newsletters/spring06/riggs.html

[6] Even if the EOC had been available, I would not have gone there for an hour or 1.5 hours. Would want to spend some time first at actual incident, at operations command posts - "once everything worked out on the street." Bemie might have already known that 7 WTC already evacuated, [this is slightly unclear; OEM was not evacuated until 9:30 AM, and it's only about 9:10 AM now.]

http://www.scribd.com/doc/18661527/FO-B5-Public-Hearing-51804-3-of-3-Fdr-Tab-91542004-Rudy-Giuliani-MFR-766

[7] pg 34: John Odermatt, Sheirer’s top deputy, also goes to the North Tower and says that, after the first plane hit, he leaves only two staffers at the command center.

http://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0060536608/centerforcoop-20

[8] http://www.nyc.gov/html/oem/html/news/02_05_22_tripod.shtml

[9] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a846oemstaff#a846oemstaff

[10] John Peruggia: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110160.PDF

[11] Abdo Nahmod:

http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110061.PDF

[12] Richard Zarrillo:

http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110161.PDF

[13] EMS Response: http://www.scribd.com/doc/322341/ems-response

[14] http://govinfo.library.unt.edu/911/report/911Report_Ch9.htm

[15] De Vona: http://www.thememoryhole.org/911/pa-transcripts/pa-police-reports01.pdf

[16] Responding to Horror, IUOE: http://www.scribd.com/doc/19273744/Responding-to-Horror

[17] Glenn Asaeda: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110062.PDF

[18] Ray Goldbach: http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110150.PDF

[19] Sheirer 1° versione: http://govinfo.library.unt.edu/911/hearings/hearing11/sheirer_statement.pdf

[20] Sheirer 2° versione: http://nymag.com/nymetro/news/sept11/features/5270/

giovedì 6 agosto 2009

Il punto sul WTC7

Uno dei fattori che ha contribuito a rendere ancora più ermetici i rapporti sugli eventi del 9/11 risiede nella scarsa profondità con cui alcune cronologie sono state compilate e predisposte per la loro pubblicazione.

È distinguibile, dopo alcune analisi, una sistemazione discutibile ad esse apportata, dal punto di vista sequenziale che induce a concludere quanto debba necessariamente esserci stata la presenza di un coinvolgimento di una regia esterna che ne vagliasse a piacimento i contenuti prima della presentazione.

Un accomodamento così ambiguo, sottoforma di catena di misurati periodi semplici, composti in maggioranza da soggetto, predicato e complemento, non realisticamente legati tra loro, non potrebbe sennò avere altra spiegazione o alternativa, a meno che non si voglia ripiegare ancora sulla “teoria della negligenza”.

E’ sufficiente incrociare poche testimonianze per rendersi conto se tali sunti abbiano o meno subito sostanziali ritocchi in ordine ad un’esposizione prestabilita fedele a vari ed eventuali compromessi di sorta concordati “a monte”.

Si legga, a titolo di esempio, nel rapporto NCSTAR 1-8, tra le note, il richiamo alla testimonianza di Sheirer, direttore del centro-emergenze, in relazione alla presunta sua conferma per la quale egli avrebbe fornito, a dire del NIST che lo cita tra le note, un orario preciso dell’ordine di evacuazione dell’OEM.

In realtà Sheirer, tra le sue testimonianze(in cui ha fornito versioni palesemente diverse al pari di Giuliani, Rotanz ecc….), non si riferisce mai ad un orario approssimativo né, tantomeno, preciso. Da ciò che si può evincere leggendo le sue testimonianze, appare semmai evidente che l’ordine di evacuazione fosse stato da lui impartito, qualora fosse stato veramente lui a darlo, non “approssimativamente alle 9:44”, ma entro il quarto d’ora massimo dall’impatto di UA-175 contro la torre sud avvenuto alle 9:03. Una squadra di E.M.S., l’unica tra le oltre 68 a raggiungere il centro-emergenze il 9/11, infatti ricevette l’ordine di evacuazione al massimo intorno alle 9:20, ed evacuò dall’OEM. Tale conclusione si ricava dal fatto che questa squadra aveva allestito per le 9:30 la “triage area” nella lobby di WTC7 al 3° piano, prim’ancora un OEM provvisorio sempre nella lobby del WTC7, prim’ancora si era consultata con Peruggia e prim’ancora aveva disceso venti piani a piedi dal 23° piano quando si trovava all’OEM, proprio quando ricevette l’ordine di evacuarlo a causa del (famigerato) falso allarme del “terzo aereo” in avvicinamento su New York…

Si conclude che ci debba essere stata una necessità prioritaria per spostare in avanti di almeno 25 minuti l’orario di evacuazione ufficiale dell’OEM e voler far credere così che fosse stato evacuato più tardi. Forse per far credere che Rudolph Giuliani, “Sindaco d’America”, fosse ben saldo al suo posto durante l’emergenza, forse per altri motivi…

In questo articolo viene riportato un periodo di tempo in cui si sono verificati alcuni avvenimenti omessi, negati o distorti illegittimamente dai rapporti del NIST, ossia da quell’unico organo responsabile, tra quelli accreditati per le indagini, che avrebbe dovuto offrire una spiegazione per il sospetto crollo del WTC7.

La location in cui viene determinato questo periodo si colloca nella zona immediatamente a nord del WTC a circa 120 metri di distanza dalla torre nord, ossia là dove era situato l’Edificio 7…

Introduzione

Alle 10:28 la torre nord crolla scagliando con traiettorie ad arco una parte delle proprie macerie a ridosso del WTC7.

Il rapporto NIST NCSTAR 1-9 (vol. I) riferisce che il “crollo” della torre sud avvenuto alle 9:59 non comportò conseguenze dal punto di vista strutturale per il WTC7, poiché al di fuori della sua portata, mentre il “crollo” delle 10:28 ne conseguì in maggioranza sulla facciata sud, ovvero quella parte dell’edificio più esposta alla traiettoria di parte delle macerie in caduta.

Detti danni strutturali vennero subiti principalmente da alcune aree delle facciate esterne dell’Edificio 7 e consistevano principalmente in uno squarcio, quasi verticalmente perfetto, corrente per oltre un terzo dell’altezza circa della facciata sud dell’edificio(47 piani), un cedimento parziale di uno spigolo dell’angolo di sud-ovest per una decina di piani circa dal piano 8° al 18° e vari altri squarci e fori d’entrata minori localizzati sempre sulla facciata sud. La descrizione di alcuni danni è stata fornita al NIST unicamente attraverso le testimonianze dei soccorritori che entrarono nel WTC7. Per stessa ammissione del NIST non arrivarono più in alto dell’ottavo, nono piano…

Un ampio schema piano per piano dei danni subiti dal WTC7 è visibile nel rapporto NCSTAR 1-9(da pag. 184 del doc.). Va altresì considerato che a conferma di quanto si legga sul citato rapporto non vi siano fotografie specifiche della facciata sud del WTC7 a corroborare tutte le descrizioni schematiche esposte e che il NIST ha finora sempre negato qualsiasi richiesta FOIA vertente il rilascio di tali evidenze.

Così, mentre i soccorritori scampati ai “crolli” delle torri gemelle aspettavano che la nuvola di denso fumo si diradasse dalla zona, alcuni eventi si distinsero tra quelli che interessarono maggiormente l’area del WTC7 e propriamente il WTC7…


Video di un’esplosione

E’ l’elemento che permette di dare un inizio alla sequenza di eventi scaturiti nella mezz’ora successiva al “crollo” della torre nord. L’interrogativo era dato dalla sistemazione temporale precisa dell’esplosione in funzione di un inserimento nella cronologia di quel giorno.

Il calcolo dell’orario in cui si verificò l’esplosione era necessario al fine di stabilire l’esistenza o meno di conferme valide in relazione alle decisioni prese dai soccorritori poiché queste, finora, apparivano slegate o fini a se stesse.

Un utente, noto in rete con lo pseudonimo di tuttle e competente in fotografia, ha disposto un’analisi delle ombre visibili nel video. Tale analisi ha determinato un orario coincidente con un altro orario pubblicato su un documento stilato da un reparto del dipartimento dei vigili del fuoco di New York.


Analisi delle ombre – calcolo dell’orario in cui avvenne l’esplosione
(a cura di tuttle)

L'analisi delle ombre è stata ottenuta attraverso l'uso di dati GIS connessi ad un modello 3D dell'intera area di Manhattan, ottenuto dal database USGS (roof + base data) e scaricati e convertiti attraverso alcuni applicativi del pacchetto ARCGIS.

Questo ha permesso di avere, all'interno del modello di visualizzazione, la giusta polarizzazione dell'area (heading) con l'esatta posizione del sole per quell'area geografica ed in quel preciso momento.
I dati di posizione del sole vengono calcolati dall'applicazione 3D di visualizzazione, in base ai dati geografici inseriti, e sono stati verificati - come test incrociato - attraverso il sito del NOAA.

La posizione della fotocamera di render è stata ottenuta triangolando diversi scatti fotografici dell'area che hanno permesso di identificare esattamente la posizione visibile all'interno del video ove si sente l'esplosione.


Render dell'area generale, con indicata la posizione visibile nel fotogramma analizzato.


Collage di fotogrammi del video che mostrano la medesima area.


Una prima videata di render, che mostra le ombre ottenute settando il programma alle ore 10:34. In alto nel fotogramma altri dati inseriti, riferiti al sole.


Una vista dall'alto.


Un render finale, che mostra la proiezione delle ombre, compatibile con la serie di fotogrammi video analizzati.

L'orario si attesta attorno alle 10:34 AM.


La cronologia degli E.M.S.

L’EMS è un reparto dedicato al soccorso medico e non preposto primariamente all’evacuazione o alla risposta ad una minaccia in corso come lo furono, per esempio, PAPD(Port Authority) o FDNY(Fire Department) il 9/11.

Le autorità governative americane hanno rilasciato una parte di documenti relativi ad alcune delle agenzie che presero parte ai soccorsi del World Trade Center. Una di queste è il reparto E.M.S. (Emergency Medical Service) del Dipartimento Antincendio di New York(FDNY). In seguito a richiesta FOIA è stata ottenuta la cronologia delle loro comunicazioni: la sequenza secondo-per-secondo copre il periodo dell’intera giornata del 9/11 fino a parte della successiva.

Ciò che interessa è sapere se un evento esplosivo sia riportato in un orario intorno a quello calcolato da Tuttle, se ci siano state conseguenze e, in caso positivo, quali siano.

Per la determinazione dell’accuratezza con cui un orario è riportato nella crono-E.M.S. è necessario stabilire il tempo di risposta con cui le comunicazioni vengono riportate rispetto all’orario effettivo in cui si è verificato un dato evento. Rintracciando le righe in cui è rilevato, per esempio, un avvenimento accertato, nell’orario, come il “crollo” della torre nord e individuando la differenza di orario rispetto alle 10:28 in cui è avvenuto, si deduce che necessariamente si deve tener conto di un periodo di ritardo...

Periodo in cui si consolida il rilevamento del “crollo” della torre nord:


Tale periodo inizia dalle 10:32:56 e termina alle 10:33:42. Il rilievo del ritardo nella cronologia degli E.M.S. è misurabile quindi nell’ordine dei cinque minuti, dovendo necessariamente valutare che questo ritardo è dato per un evento d’importanza primaria ed eccezionale rispetto a tutti gli altri e che a confronto con il periodo di consolidamento del “crollo” della torre sud questo ritardo è quasi dimezzato.

Se l’esplosione udita nel video è avvenuta alle 10:34:05 ne consegue che aggiungendo un ritardo approssimativo di cinque minuti si dovrebbe rilevare un evento esplosivo intorno alle 10:39.

E…


…alle 10:40:15 un’esplosione è stata rilevata.

Considerando che l’esplosione all’interno di un edificio(“BLDG EXPLOSION”) è sicuramente un avvenimento secondario rispetto al “crollo” di un edificio di oltre quattrocento metri, che le comunicazioni radio degli apparecchi difettosi in dotazione ai pompieri e ai loro reparti quella mattina subirono numerose interferenze soprattutto in prossimità dei momenti dei “crolli”, che la nube di denso fumo si stava lentamente diradando permettendo le operazioni di soccorso e che l’attenzione degli addetti all’emergenza era al culmine della sensibilizzazione è plausibile ritenere che la costituzione di questo tempo di ritardo debba addebitarsi anche a tali fattori appena elencati.

Il calcolo dell’orario in cui avvenne l’esplosione può per cui collocarsi con una certa sicurezza, alle 10:34, anche se, sulla cronologia degli E.M.S., viene riportato con poco più di sei minuti di ritardo...


Potrebbe essere…

Non essendo indicato all’interno della crono-E.M.S. da quale edificio provenga l’esplosione, i detrattori potrebbero speculare che si trattasse di qualsiasi altro edificio dell’area non interessante specificatamente WTC7, o che l’esplosione potesse essere riconducibile a falsi allarmi, o a scoppi di condutture del gas e/o serbatoi di combustibile contenuti in questo o in altri edifici nelle vicinanze, ma…

Tale evento non può essere attribuito ad un falso(procurato) allarme come per il caso dell’allarme-bomba che fece evacuare gli addetti ai soccorsi, ancora verso nord, mentre erano riuniti all’edificio Stuyvesant High School, all’estremo ovest della North End Avenue(500 metri di distanza circa ad ovest del WTC7), dopo il “crollo” della torre nord. E non può considerarsi un falso allarme in quanto il termine “BLDG EXPLOSION” sancisce di fatto che un evento è avvenuto ed è stato rilevato come esplosione proveniente distintamente da un edificio e non risultano precisazioni successive in merito. Il video, attraverso l’audio, e l’analisi delle ombre, con il calcolo dell’orario, contribuiscono ad evidenziare, come abbiamo visto, un’ulteriore conferma…

Nel caso delle fughe di gas, nella crono-E.M.S., queste sono rilevate anche in relazione a precisazioni successive, in ordine a falsi allarmi procurati, come per quanto concerne appunto l’allarme-bomba all’edificio Stuyvesant, divenuto poi una presunta fuga di gas, in seguito smentita(!)…

Per quel che concerne gli impianti di emergenza contenenti il carburante, scorrendo i due volumi del rapporto NCSTAR 1-9(vol. 1) e il rapporto NCSTAR 1-1J(Fuel System) si evince, dalle descrizioni degli schemi dei danni piano-per-piano del WTC7 e dai disegni degli impianti di emergenza, che, nell’orario in oggetto(intorno alle 10:30-11:00), cioè a seguito degli impatti delle macerie provenienti dal crollo della torre nord, questi danni strutturali non avrebbero potuto interessare quei piani fuori terra in prossimità dei quali erano alloggiate le cisterne di emergenza, se non in riferimento ad un generatore, di una serie di tre al settimo piano, lontano dal suo serbatoio di approvvigionamento e non avrebbero potuto interessare i serbatoi sotto-terra poiché, anche dopo il crollo della torre nord, la gente, per mettersi in salvo, passava attraverso la passerella di collegamento pedonale tra le torri e il WTC7, accedeva alla lobby situata al piano terzo di WTC7 e attraverso le scale mobili, al momento bloccate per ragioni di sicurezza, arrivava al piano terra percorrendo i “loading dock” di carico/scarico merci dell’edificio, dove al disotto erano collocati i grandi serbatoi ausiliari…

Nemmeno dai serbatoi della Con Ed, la centrale elettrica posta al piano terra del WTC7, potrebbe essere provenuta l’esplosione, dal momento che continuò a funzionare fino a poco dopo le 16: 00 del pomeriggio e venne disattivata a distanza…

Non potrebbero essere stati gli esplosivi/munizioni conosciuti, immagazzinati nei sotterranei del WTC6, visto che questi vennero recuperati integri a seguito della tragedia. E non potrebbero essere stati serbatoi contenuti negli altri edifici circostanti dal momento che non ne risulta traccia utile alcuna circa un’eventuale relazione all’esplosione tra le notizie e i rapporti disponibili…

Conseguenze

Dalla crono E.M.S., a seguito della rilevazione dell’esplosione, non parrebbe, a prima vista, di scorgere ulteriori riferimenti specifici diretti all’esplosione stessa. Anche se successivamente, si riscontrano alcuni avvertimenti che, incrociati con le testimonianze individuali e le “news” televisive, riconducono inevitabilmente al coinvolgimento del WTC7.

Nella cronologia, a seguito della rilevazione dell’esplosione si parla di un’area instabile, del necessario spostamento dei soccorritori in una zona più sicura (ad ovest o indistintamente verso nord rispetto alla parte del WTC considerata più a rischio) e di allontanarsi in qualsiasi direzione.

Queste indicazioni portano a concludere che non si trattasse di un pericolo conseguito da un allarme specifico o di natura, per così dire, “convenzionale” o derivante dalle conseguenze dell’accumularsi della pila di macerie creatasi, o da veicoli i cui serbatoi fossero esplosi, o dallo sviluppo di un tremendo incendio generatosi in WTC5, bensì, circoscritta nell’immaginario collettivo dei soccorritori una zona specifica alla quale si attribuì la provenienza di un ulteriore pericolo per la loro incolumità fisica, che si trattasse di qualcosa di inconcepibile e inimmaginabile implicante però, necessariamente, uno spostamento di massa rapido dalla zona circostante il WTC7 dove in molti si trovavano. Questa zona potrebbe essere rappresentata con un cerchio che ha come suo centro il WTC7 e per diametro Vesey Street.



Testimonianze

Tra le testimonianze disponibili, note sono le “Oral Histories”: 503 resoconti di soccorritori pubblicati in rete dal New York Times a seguito di un lungo appello FOIA contro il NIST. Non costituiscono la totalità di tutti i resoconti, ma ne dovrebbero rappresentare circa la metà. Un po’ meno note sono le “PAPD interviews”(Port Authority) anche queste ottenute a seguito di richiesta FOIA…

Tra queste testimonianze e altre individuali disponibili in rete risulta confermato che i soccorritori, già entro la mezz’ora successiva dal “crollo” della torre nord, riportarono che WTC7 avrebbe dovuto in qualche modo subire un imminente collasso.

Già dopo poco tempo che l’edificio risultò coinvolto per le macerie scagliate su di esso, si intese che fosse potenzialmente a rischio di crollo, nonostante gli incendi non erano ancora così sviluppati, come lo saranno con il passare delle ore di inoperatività da parte dei pompieri a causa della bassa pressione dell’acqua nelle condutture, e nonostante l’unica causa utile sarebbe stata l’entità dei danni strutturali. Anche se, come dichiarato invece da altri, tali danni non avrebbero presagito alcun pericolo di collasso imminente, né parziale né totale anche molte ore dopo le note conseguenze generate dalle macerie.

Tra le testimonianze si possono leggere estratti che ripercorrono quanto detto fin qui...


Bohack:

- […] five world trade this building here was fully involved. […] We started getting water on the fire on this fucking building.
- Was that seven?
- No seven was here

- Okay

- (inaudible) That wasn’t on fire


- […] WTC5, quest’edificio qui era interamente avvolto.[…] Cominciammo a gettare acqua sul fuoco di questo fottuto edificio.
- Era il WTC7?
- No, WTC7 era qui

- Okay

- (inascoltabile) Quello non era in fiamme


Le foto pubblicate dal rapporto del NIST denotano che gli incendi al WTC7 cominciarono ad essere rilevati fotograficamente dalle 12:10 in poi.


Mellarango:

- A few minutes after that, a police officer came up to me and told me that the façade in front of Seven World Trade Center was gone and they thought there was an imminent collapse of Seven World Trade Center. I felt the location we were at, was too close to Seven World Trade Center. So we advised citywide we were moving the staging area to North End and Greenwich Street.
- Okay.
- At North End and Greenwich Street we established -- myself and Lieutenant Eppinger from Battalion 08.

- Approximately what time was this that you moved?

- Probably around 11, 11:30.


- Alcuni minuti dopo un ufficiale di polizia venne da me e mi disse che la facciata frontale del WTC7 aveva ceduto e loro immaginavano che ci fosse un imminente collasso del WTC7. Mi resi conto che la posizione in cui eravamo era troppo vicina al WTC7. Così avvertimmo “citywide” che ci stavamo spostando verso il “punto di raccolta” tra North End e Grenwich Street.
- Okay
- Ci stabilimmo tra North End e Greenwich Street -- io e il lt. Eppinger del battaglione 08.
- Approssimativamente che orario era questo in cui ti sei spostato?
- Probabilmente intorno alle 11:00, 11:30


Massa:

“There were reports coming over the radio that there was secondary device in Stuyvesant High School that there was major gas leak and to evacuate the area everybody turned around and started heading north.”

Dalla radio arrivavano segnalazioni di un ordigno secondario alla Stuyvesant High School, che c’era un’importante perdita di gas e di evacuare tutti. Tutti quanti ci voltammo e cominciammo a dirigerci verso nord.

Massa descrive ripetitivamente per diverse pagine una lunga attesa dell’”imminente crollo” di WTC7.


Connolly:

Poco prima del “crollo” della torre nord Connolly aveva sentito un uomo gridare da dietro una porta e cerca in tutti i modi di sfondarla per congiungersi a lui. Mentre la nube di fumo si propagava Connolly si trova al piano strada nei pressi di un’uscita di servizio del WTC7:

We're not sure, you don't know what to think. Is it an explosion? Is the building starting to settle and forcing the door out? We didn't know. And then as the door opened up the fireman that was calling me was on the other side of the door. Somehow he forced the door and was pulling us into the space, into the -- now basically into the belly of 7 World Trade…

Non eravamo sicuri, non sapevamo cosa pensare. E’ un esplosione? L’edificio stava cominciando a cedere, e spingeva la porta verso l’esterno? Non si capiva. Poi la porta si è aperta e il pompiere che mi stava chiamando era davanti a me/noi. Era riuscito in qualche modo a scardinare la porta, e ora ci stava tirando nello spazio, nel-- praticamente nel ventre del wtc7.


Warner:

La torre nord è appena crollata. Subito dopo alcuni soccorritori raggiungono il WTC7 dove vedono, a quello che gli sembra il piano 8°, delle persone intrappolate(probabilmente o Barry Jennings e Michael Hess al piano 8° o Peter Mulroy al piano 7°, tutti e tre rimasti intrappolati nell’edificio). Cercano di accedere all’edificio ma raggiungono soltanto il piano 2°:

“He made numerous attempts to try and open the lock. It failed. We were alerted to evacuate the building by lt Scullion end lt. Frazier.”

“Fece diversi tentativi per provare ad aprire la serratura. Venimmo avvertiti di evacuare l’edificio dal lt. Scullion e dal lt. Frazier.”

Sappiamo con certezza che Barry Jennings e Michael Hess sono stati liberati tra le 11:00 e le 11:30, dati l’orario dell’intervista di Michael Hess rilasciata il 9/11 e l’analisi fatta da Ryan. Ma in questo estratto non si parla della loro liberazione, non avvenuta per opera di Warner. L’orario in cui si può quindi collocare l'evacuazione dei soccorritori dal WTC7 si avvicina quindi ancora intorno alle 11:00 della mattina.


Da “Papd interviews”:

“We continued our efforts until the combination of dust, smoke and secondary explosion along with reports of gas main leaks, bombs, small arms and buildings about to collapse forced us to again relocate further nord on west street”

“Abbiamo continuato i nostri sforzi fino a quando l’insieme di polveri, fumo ed esplosioni secondarie, unite alle notizie di fughe di gas, di bombe, di armi leggere e di edifici che stavano per crollare ci ha obbligato a riposizionarci ancora più a nord sulla West St.”


Da “Papd interviews”:

“I arrived shortly after the collapse of the 2nd tower and as I approached the area, many people were running from the collapsed building. At Vesey St. and West St. I could see that 7 WTC was ablaze and damaged, along with other buildings. Accompanied by other rescuers, we attempted to search for the survivors at the site of the collapse. A While later, an NYFD supr. approached and ordered the rescuers away from the area because 7 WTC was in danger of collapse also.”

“Arrivai poco dopo il collasso della seconda torre e come raggiunsi l’area, alcune persone stavano correndo via dalla zona dove era collassata. Tra Vesey st. e West st. ho potuto vedere che WTC7 era in fiamme e danneggiato, insieme agli altri edifici. Accompagnato da altri soccorritori, tentammo di recuperare i sopravvissuti sul sito del collasso. Un momento dopo, un ufficiale(supr.) ci raggiunse e ordinò ai soccorritori di allontanarsi dall’area perché anche WTC7 era a rischio di collasso.”


Craig Bartmer:

"I walked around it (Building 7). I saw a hole. I didn't see a hole bad enough to knock a building down, though. Yeah there was definitely fire in the building, but I didn't hear any... I didn't hear any creaking, or... I didn't hear any indication that it was going to come down.[…]”

“Ci camminai intorno(WTC7). Vidi un buco. Non vidi un buco così grave a tal punto di buttare giù un edificio, nonostante. Si, infine c’erano degli incendi nell’edificio, ma non sentii nessun… Non sentii nessun cedimento, o… Non udii nessuna indicazione che sarebbe venuto giù.[…]”


Fellini:

“So for the next five or six hours we kept firefighters from working anywhere near that building, which included the whole north side of the World Trade Center complex. Eventually around 5:00 or a little after, building number seven came down.”

“Così per le cinque, sei ore successive sospendemmo le operazioni dei pompieri da qualsiasi parte nei dintorni di quell’edificio, che includeva l’intero lato nord del complesso del WTC. Possibilmente intorno alle 5:00 o poco dopo, l’”edificio 7” venne giù”



Jennings:

“All this time, I'm hearing all types kinds of explosions. […] …but I'm still hearing these explosions. […] …this big giant police officer came to me. And he says "you have to run!" I said "I can't run my knees are swollen." He said "you'll have to get on your knees and crawl than!" He said "because we have reports of more explosions."

“Per tutto questo periodo, stavo sentendo tutti i tipi di esplosioni. […] …ma io stavo continuando a sentire queste esplosioni. […] …questo gigante ufficiale di polizia venne da me. E disse “devi correre!”. Io gli dissi “non posso correre le mie ginocchia sono gonfie”. Lui disse “devi andartene anche strisciando!”. Disse “perché abbiamo rapporti di più esplosioni”.

Gli estratti riportati si riferiscono a due periodi: uno è relativo al momento in cui Jennings era ancora intrappolato nel WTC7 e l’altro al momento dell’avvenuta liberazione. Liberazione che è da ricondurre ad un periodo compreso tra le 11:00 e le 11:30.


Preavviso di crollo

...a pochi minuti di distanza dal crollo della torre nord, la considerazione dell’imminente crollo di WTC7, non colpito da un aereo scagliato alla velocità di 800 km/h, laddove gli incendi appena generati non erano gravi e i danni non erano accertati o comunque discutibili in riferimento alla tenuta strutturale dell’edificio, appare del tutto fuori luogo e ingiustificata se associata unicamente a questi fattori.

Per rendere l’idea di cosa significhi edificio a rischio di crollo, il Murrah Federal Bulding, teatro della strage di Oklahoma City nel 1995, permette di considerare un aspetto determinante a seguito dell’attentato esplosivo subito. Nonostante il paragone tra le due tipologie di costruzione non reggerebbe un istante poiché una era in acciaio(WTC7) e l’altra in cemento armato(Murrah) e un edificio era alto circa cinque volte(WTC7) rispetto l’altro, il confronto dal punto di vista statico merita sicuramente di essere invece analizzato più a fondo. Assurdamente, infatti, se per WTC7 la “colonna 79” sarebbe stata a dire del NIST l’origine del cedimento della struttura è vero inversamente che per il Murrah Building una colonna fu quella che sostenne l’intero edificio rimasto a rischio di collasso imminente, per oltre un mese prima che venne buttato giù con poco meno di una settantina di chilogrammi di esplosivo da demolizione:

“In quell'edificio, c'era letteralmente una sola colonna rimasta in tutta la costruzione. Quando mio padre è giunto sul posto, c'era un uomo che stava cercando di spostare con cura i detriti fuori dal palazzo, per trovare i corpi. E mio padre ha detto, "Fermati. Se si sposta quel mucchio di trenta centimetri in più, l'intero edificio verrà giù".”
(Stacey Loizeaux – Demolition Inc.)

Apprendendo che il NIST ha offerto come spiegazione del “collasso” totale del WTC7 l’”indebolimento degli elementi a seguito di esposizione prolungata al fuoco incontrollato e al conseguente cedimento della colonna “79””, ci si chiede come si sia potuto ritenerlo comunque a rischio di collasso imminente entro la mezz’ora da quando rimase soltanto danneggiato, anche strutturalmente, e senza che fossero ancora calcolati i danni alla struttura, quando poi invece crollò, a dire del NIST, per una concatenazione di cause improbabili e imprevedibili susseguitesi contemporaneamente, e principalmente attribuite agli incendi, sei ore e mezza circa più tardi.

Un confronto rapido con il preavviso di crollo avuto per le torri gemelle mette in evidenza un altro aspetto determinante: a stabilire il pericolo di collasso di WTC1 e WTC2 non furono i pompieri o la Polizia ma probabilmente un ingegnere del Department of Buildings che si trovava al WTC a discutere circa i danni causati dagli aerei ai due edifici. E’ nella lobby del WTC7 e dalle parole dell’E.M.T. John Peruggia si appura:

“At that point I went back into the building. I was in a discussion with Mr. Rotanz and I believe it was a representative from the Department of Buildings, but I'm not sure. Some engineer type person, and several of us were huddled talking in the lobby and it was brought to my attention, it was believed that the structural damage that was suffered to the towers was quite significant and they were very confident that the building's stability was compromised and they felt that the north tower was in danger of a near imminent collapse.”

“A quel punto ritornai nell’edificio(WTC7). Stavo discutendo con Mr. Rotanz e, credo, quello che poteva essere un rappresentante dal “Departments of Buildings”, ma non ne sono sicuro. Una persona tipo un ingegnere, molti di noi stavano discutendo animatamente nella lobby e venne portato alla mia attenzione che si credeva che i danni strutturali subiti dalle torri erano abbastanza significativi e che loro erano molto confidenti nel fatto che la stabilità strutturale fosse compromessa e che pensavano che la torre nord fosse in pericolo o vicina ad un collasso imminente.”


Il periodo in cui questo colloquio è avvenuto dovrebbe collocarsi approssimativamente tra le 9:40 e le 9:55. Tale orario è approssimativo considerando che Peruggia arriva al WTC7 intorno alle 9:15-9:20, ordina l’allestimento della “triage area” nella lobby, e questa viene approntata per le 9:30(NIST e EMS Response). Ne ordina un’altra al piano terra, esce dall’edificio e si consulta con i suoi colleghi… A questo punto rientra nella lobby e si trova con Rotanz e l’ingegnere. E’ necessariamente a sessanta minuti circa dal momento in cui AA-11 colpì la torre nord alle 8:46.

Ciononostante il preavviso di collasso specifico relativo alla torre nord risultò poi totalmente sbagliato. Nessuno dei soccorritori raggiunse mai le zone d’impatto degli aerei, mentre le uniche descrizioni fornite limitatamente ai danni strutturali visibili dall’esterno, si ottennero soltanto attraverso gli elicotteri della polizia in volo stazionario nei pressi delle sommità delle torri.

Premessa tale previsione fallata(infatti la torre sud crollò prima della torre nord), tali conclusioni vennero comunque diramate in relazione a ciò che “collasso di un edificio” significasse prima del 9/11 e non in relazione al significato che oggi gli si è attribuito.

Un collasso di un edificio infatti era inteso come crollo parziale o progressivo che non aveva nulla a che vedere con ciò che poi accadde alle tre torri. “Collasso progressivo globale(o totale)” è il nuovo termine pseudo-scientifico coniato introdotto infatti a seguito del 9/11…


McGlynn, parlando di una delle due torri gemelle:

"Any time I've heard of a collapse, it was never an entire building like this turned out to be."

“Ogni volta che sentii di un collasso, non era mai un intero edificio com’è risultato essere questo.”


Carletti:

"I turned to Tommy and I said, Tommy, this building is in danger of collapse. In my opinion, I didn't think there was going to be a catastrophic collapse..."

“Mi voltai verso Tommy e dissi, Tommy, quest’edificio è in pericolo di collasso. Tra me e me, non pensai che ci sarebbe stato un collasso catastrofico”


Non ci si aspettava che l’edificio crollasse totalmente neanche a crollo avvenuto, anche se, il 9/11, la zona circostante e il quartiere intero vennero evacuati urgentemente per il rischio dell’imminente crollo di WTC7 alle 11:00 della mattina.

Un crollo che sostanzialmente a giudicare l’ampia area di sicurezza voluta avrebbe dovuto interessare evidentemente tutto l’edificio. Tutto ciò, quando ancora nessun ingegnere o addetto alla verifica dei danni strutturali era entrato nell’edificio, gli unici danni riscontrabili non erano visibili a causa di una spessa coltre di fumo generata a seguito del crollo della torre nord e la facciata danneggiata era avvolta anch'essa da denso fumo proveniente da essa.

...ma Sunder, capo-investigatore del NIST, a seguito della pubblicazione del rapporto definitivo sul collasso di WTC7, ha dichiarato, in maniera generalizzata, ad una trasmissione radio in cui era invitato Graem MacQueen, che la mattina del 9/11 “un ingegnere” reputò il WTC7 a rischio.

Tuttavia nel rapporto NCSTAR 1-9, questo fatto, se vero, è clamorosamente omesso. In tale rapporto infatti si parla soltanto di una valutazione superficiale delle condizioni di WTC7 effettuata all’una di pomeriggio da una squadra di tre persone: due membri del FDNY e un rappresentante dell’OEM. Riescono ad accedere a diversi piani finché, sentito un “forte rumore” all’ottavo o al nono piano, il più alto che raggiunsero, decisero di evacuare l’edificio… (pagg. 299-300).

Nel NCSTAR 1-9, dalla pagina 297 del documento, vengono descritti i momenti immediatamente successivi ai crolli delle torri. Non si trova nessun riferimento relativo ad un imminente pericolo di collasso, così come l’unico riferimento ai danni strutturali è espresso attraverso queste parole: “Comunque, come la nube si stava diradando, diventò evidente che WTC7 aveva sostenuto dei danni che richiedevano attenzione”(pag. 299).

Scorrendo le pagine del NCSTAR 1-9 si arriva al paragrafo inerente al periodo di tempo compreso tra le 11:02 e le 14:30 circa. Ma è soltanto alle 13:00 che si comincia ad intravedere un rischio di collasso per l’edificio nell'immaginario collettivo dei soccorritori.

In ultima analisi il NIST dichiara che alle 14:30 i pompieri “decisero di abbandonare completamente l’edificio” a sé stesso e che l’ordine finale fu quello di evacuare l’intera zona circostante… (pag. 303)

Il NIST quindi omette di riportare qualsiasi riferimento incentrato sul fatto che già intorno alle 11:00, ben 3 ore e mezza prima del primo orario di evacuazione, per così dire “ufficiale”, WTC7 e la zona circostante dovettero essere evacuati.

Va evidenziato tuttavia come il NIST, nel tentativo di insinuare con quale totale naturalezza si temesse il collasso di WTC7, riporti certe testimonianze. Uno dietro l’altro vengono riportati ordinatamente degli estratti ripresi dai resoconti di: Ferran, Hayden, Lund, Boyle, Rohan e un altro soccorritore non specificato da cui vengono estrapolate delle loro opinioni personali circa la gravità dei danni e la loro preoccupazione riguardante gli incendi…

Nonostante tali pareri riportati in totale siano sei, nessuno determina come conclusione un qualsiasi tipo di collasso totale, anche se nell’annunciare tali estratti, il NIST, poco righe sopra avesse scritto che a causa di tali danni "i pompieri pensarono che l’edificio stesse per collassare”(pag. 300, in fondo).

L’analisi di Graeme MacQueen, “Waiting for seven”, riporta invece sette soccorritori, rintracciati tra le Oral Histories, che invece giudicano in qualche modo a rischio di collasso il WTC7. Sette, su un totale di sessanta resoconti.

Ma come capita di poter leggere anche in altre testimonianze riferite al WTC7, coloro i quali avevano espresso simili opinioni reputavano che una concausa di tale conseguenza potesse essere amplificata dall’effetto del carburante contenuto nei serbatoi e nelle cisterne situate ai piani fuori-terra…

Carburante che sappiamo venne poi in maggioranza recuperato, anche se alcune cisterne, ad onor del vero, vennero trovate vuote, nonostante risultassero però inesplose, e di cui abbiamo appreso direttamente dal NIST che non ha giudicato utile avvalersene quale elemento determinante a cui addebitare il crollo di WTC7...

A prescindere comunque dal rapporto definitivo del NIST sul WTC7, e a quanto stabilito in relazione all’energia sprigionata dal carburante contenuto nei serbatoi, la FEMA nel capitolo 5, aveva scritto:

“Although the total diesel fuel on the premises contained massive potential Energy, the best hypotesis has only a low probability of occurrence”

Anche se il carburante diesel totale nei locali conteneva energia potenziale voluminosa, la migliore ipotesi avrebbe solo una minima probabilità di avvenimento.

Nella loro totalità tuttavia tali dichiarazioni riportanti un rischio di crollo costituiscono una percentuale inferiore di fronte ad una maggioranza di altri loro colleghi che espressero invece scetticismo nei confronti del collasso totale anche se avrebbero ragionevolmente accettato di buon grado un collasso parziale.

In “Waiting for seven”, a titolo di esempio, vengono riportati gli estratti di una decina di soccorritori scettici, tra quelli rimasti, riguardo al collasso totale: McGlynn, Murray, Carletti, Chiafari, Cooke, DeMarco, Dixon, Grabher, Guidetti. Due di loro, McGlynn e Carletti, sono riportati sopra.

Esclusi i sette confidenti in qualche modo nel collasso totale e tre che non hanno espresso un parere preciso i rimanenti erano tutti scettici riguardo il collasso totale.

Questa è la maggioranza... silenziosa.

Il NIST quindi ha sostenuto un’opinione partigianesca, attraverso al strumentalizzazione di un certo tipo di testimonianze creando una versione a sfavore di una presentazione realistica, non avendo messo in relazione anche i giudizi opposti espressi da una maggioranza di altri soccorritori.

Risulta quindi chiaro, così facendo il NIST, che si sia portati a pensare che il rapporto, o almeno una parte di esso, è una versione platealmente di parte in sostegno dell’assunto fantastico che l’aspettativa di collasso di un edificio fosse una cosa quanto mai banale o ovvia nell’immaginario di tutti i soccorritori.

Volendo comunque sforzarsi di credere alle dichiarazioni del NIST, non si può fare a meno di notare che la solidità delle sue conclusioni si possa mantenere tale soltanto fino a quando ci si collochi virtualmente a qualche ora di distanza dal crollo di WTC7.

Se ci si porta alle 11:00 della mattina, quando ancora i danni e gli incendi non erano individuati, la solidità del NIST, presunta nei rapporti citando una minoranza di interpretazioni personali dei soccorritori, decade immediatamente.

Essendo però il particolare dell’evacuazione del WTC7 omesso del tutto e non essendo in nessun modo menzionato il pericolo suscitato dall’edifico intorno alle 11:00, è come minimo legittimo concludere che il NIST, nei suoi rapporti del 9/11, abbia mentito.

Avendo mentito il NIST, è chiaro che non si possa parlare di una sua versione realistica, e irreprensibile da qualsiasi punto di vista in riferimento a quella fornita, perciò diventa plausibile la considerazione che l’evacuazione della zona circostante WTC7 fosse avvenuta alle 11:00 a causa di esplosioni udite distintamente dai soccorritori e che le esplosioni interessarono WTC7 direttamente.


Conferme di esplosioni

- News:

L’orario del servizio riporta le 11:07. Un’esplosione, secondo il reporter, è avvenuta intorno alle 10:45, un’altra esplosione intorno alle 11:00, ma entrambe vengono alternativamente equivocate per il collasso di un edificio di una cinquantina di piani. E WTC7 era un edificio di 47 piani…



"[J]ust two or three minutes ago there was yet another collapse or explosion. I'm now out of sight, a Good Samaritan has taken me in on Duane Street. But at a quarter to 11, there was another collapse or explosion following the 10:30 collapse of the second tower. And a firefighter who rushed by us estimated that 50 stories went down. The street filled with smoke. It was like a forest fire roaring down a canyon."


“Appena due o 3 minuti fa c’è stato un altro collasso o esplosione. Ora mi sono allontanato, un Buon Samaritano(?) mi ha accompagnato a Duane St. Ma un quarto alle 11:00, c’è stato un altro collasso o esplosione in seguito al collasso della seconda torre (avvenuto) alle 10:30. Un pompiere che è passato di corsa diceva che secondo lui erano crollati 50 piani. La strada si è riempita di fumo, sembrava l’incendio di una foresta che viene giù ululando lungo un canyon.”


- Film: “Day of disaster” – Steve Spak:

Steve Spak fotografo autorizzato alle riprese di “Ground Zero”girò lo spezzone in cui si sente un’esplosione qualche minuto dopo il “crollo” della torre nord. Si trovava all’incrocio tra Fulton St. e la Broadway, a 350 metri circa dal WTC7. Una distanza doppia rispetto all’esplosione del video analizzato sopra.

Estratto dal film “Day of disaster”:



Sebbene su "youtube", in una presentazione di questo video, si neghi che l’esplosione provenga da WTC7, un fortunoso quanto rapido confronto avuto direttamente con Steve, ha determinato che invece tale dichiarazione attribuitagli non era del tutto corretta, eccezion fatta per quel che concerne l’ordine temporale.

Qui di seguito un botta e risposta specifico con lui riguardante la provenienza, da lui intuita, dell’esplosione:


Stuarthwyman: “Did you intended in some way from wich direction the explosion come from?”

Steve Spak: “The sound of the explosion came from the direction of the WTC after the collapses of the WTC coming from somewhere near the North Tower & 7WTC.”

- Hai inteso in qualche modo da quale direzione provenisse l’esplosione?

- Il suono dell’esplosione giungeva dalla direzione del WTC, dopo i collassi del WTC(torri), proveniente da qualche parte vicino alla torre nord e al WTC7.


Necessariamente o questa esplosione era quella udita anche dai pompieri sulla Murray st., o era un’altra ancora. In ogni caso era comunque un’esplosione anch’essa confermata attraverso un’ennesima testimonianza…


Sintesi

Alla luce dei dati esposti risulta evidente che l’11 settembre al World Trade Center siano avvenuti dei fatti innegabili:

- A seguito del crollo della torre nord più esplosioni sono avvenute al WTC

- Una di queste esplosioni è accertabile attraverso quattro livelli diversi di conferme contemporaneamente: filmato video/audio, calcolo dell’orario attraverso l’analisi delle ombre, documento del reparto EMS e servizio televisivo

- L’esplosione di cui l’analisi sopra e quella ripresa da Steve Spak sono avvenute entrambe pochi minuti dopo il crollo della torre nord

- Le esplosioni sono state distintamente udite e percepite come chiaro presagio di pericolo da parte dei soccorritori

- Tali esplosioni non risultano poter essere ricondotte a falsi allarmi, scoppi di serbatoi ausiliari, fughe di gas, esplosivi immagazzinati in edifici adiacenti ecc.

- Dalle testimonianze disponibili risulta che almeno anche le esplosioni contribuirono ad indurre i soccorritori ad effettuare un’evacuazione di massa intorno alle 11:00

- Intorno alle 11:00 nonostante gli incendi non fossero così importanti WTC7 venne fatto evacuare perché dichiarato a rischio di collasso imminente

- Alle 11:07 un servizio televisivo riporta due volte, in alternativa ad un’esplosione, il collasso di un edificio di una cinquantina di piani: WTC7 ne aveva 47

- Una preponderante maggioranza dei pompieri non si aspettava un collasso come quello poi avvenuto


Se da una parte è possibile stabilire delle certezze, da un’altra le dichiarazioni del NIST sollevano ulteriori dubbi circa la credibilità dei suoi rapporti.
Qui di seguito ne propongo alcuni, a mio avviso, fondamentali:

- Come poteva essere che entro la mezz’ora dal crollo della torre nord, si concludesse già che WTC7 era a rischio di collasso imminente nonostante gli incendi non erano ancora sviluppati e i danni strutturali appena subiti erano contenuti e circoscritti a superfici localizzate della facciata sud e non ancora determinati?

- La conclusione che intorno alle 11:00 WTC7 sarebbe crollato era dipesa da un’associazione di interpretazioni per i precedenti crolli formulata istintivamente dai soccorritori o era invece la percezione di un pericolo reale derivato dall’aver avvertito chiaramente esplosioni provenienti dal WTC7?

- Qual è l’orario approssimativo della mattina in cui l’ingegnere, indicato da Sunder alla trasmissione radio, ha espresso la previsione di collasso imminente per WTC7?

- Come mai sul rapporto NCSTAR 1-9 non ve n’è traccia alcuna di questo importante giudizio fornito da un professionista esperto?

- Perché in tutti i rapporti del NIST non sono descritte le esplosioni che sono state chiaramente udite dai soccorritori, segnalate nelle “news”, riprese in vari video e accertate nei documenti dei reparti di soccorso?

- Perché, in tutti i rapporti del NIST, manca totalmente la descrizione della natura di queste esplosioni?

- Perché i rapporti del NIST non riportano apertamente che alle 11:00 l’edificio venne dichiarato a rischio di crollo tanto che se ne richiese l’evacuazione oltre che di esso di un’ampia zona circostante?

- Perché il NIST ha tenuto conto soltanto di un certo tipo di testimonianze, tra l’altro, non corroboranti gli assunti stessi postulati dagli esperti che ebbero redatto il rapporto NCSTAR 1-9?